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Munafa ebook

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Read Ebook: The Time Traders by Norton Andre

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Ebook has 1388 lines and 64441 words, and 28 pages

VENTI ANNI DOPO

PRIMA VERSIONE ITALIANA.

ITALIA 1848

E dietro ad esso era un largo caminetto, ben acceso e rosso, dove i tizzi infiammati si consumavano sopra alari indorati. La luce di quel fuoco rischiarava a tergo il magnifico vestimento di quel cogitabondo, a cui dava lume davanti un candelabro carico di ceri.

Al mirar l'abito superbo, i merletti sfarzosi, la fronte scolorita incurvata a tanta meditazione, e la solitudine del gabinetto; all'udire il silenzio che regnava nelle anticamere, ed i passi misurati delle guardie sul pianerottolo, avresti creduto esser l'ombra di Richelieu tuttora nella sua camera.

Ahim?! di fatti, era l'ombra, e non altro, del grand'uomo. La Francia indebolita, l'autorit? del re disconosciuta, i grandi infiacchitisi di bel nuovo e turbolenti, il nemico ritornato in qua dalle frontiere, tutto attestava non esser pi? col? Richelieu.

Ma ci? che meglio di tutto questo dava prova come non si trattasse pi? del vecchio ministro, egli era quello isolamento, il quale sembrava, siccome dicemmo, pi? proprio di una larva che di un vivo, e le gallerie vuote di cortigiani, ed i cortili pieni di guardie; e il sentimento di scherno che ascendeva dalla contrada e penetrava tra i vetri della camera sconquassata mediante il soffio di un'intera citt? postasi in lega contro al ministro; ed infine, lo strepito confuso ed incessantemente rinnovato di spari, fatti per buona sorte senza scopo n? resultato, ma solamente per far vedere alle guardie, agli svizzeri, ai moschettieri ed ai soldati che attorniavano il Palazzo Reale come il popolo possedesse delle armi.

La larva di Richelieu, era Mazzarino.

E Mazzarino stava l? solo, e si sentiva debole.

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Qui il venerabile personaggio assunse nel sorriso una certa espressione d'odio di cui, pareva il suo volto non suscettibile.

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E piomb? di bel nuovo nelle sue meditazioni.

Infatti, era scabrosa la situazione, e complicata l'aveva maggiormente la giornata trascorsa. Mazzarino, ognora stimolato dalla sordida sua avarizia, opprimeva di tasse il popolo; ed il popolo, a cui non restava che l'anima, conforme diceva il procurator regio Talon, ed anco perch? l'anima sua non si potea vendere all'incanto; il popolo, cui si procurava di far prendere pazienza mediante lo strepito delle vittorie che si ottenevano, ma a senso del quale gli allori non erano tal carne che valesse a cibarlo, il popolo gi? da lunga pezza avea cominciato a mormorare.

N? ci? bastava e imperocch? quando mormora il popolo soltanto, la corte, separata com'? da esso per mezzo del ceto borghese e dei gentiluomini, la corte non lo ode; ma Mazzarino aveva usata l'imprudenza di dare addosso ai magistrati! avea venduti dodici brevetti da referendarj, e siccome gli ufficiali pagavano assai care le loro cariche, e l'accrescimento di quei dodici nuovi colleghi dovea farne ribassare il prezzo, cos? essi si erano riuniti, aveano giurato sui santi Vangeli di non sopportare codesto aumento, e di opporsi a tutte le persecuzioni della corte, promettendosi scambievolmente che qualora uno di loro per causa di siffatta ribellione perdesse la propria carica, si tasserebbero ciascuno di un tanto onde rimborsargliene il prezzo.

Ed ecco ci? ch'era accaduto da ambe le parti.

Nel d? 7 gennajo, sette o ottocento mercatanti di Parigi si erano radunati e sollevati a motivo di una nuova imposta a cui si volevano assoggettare i proprietari delle case, ed aveano deputati dieci di essi a parlare in loro nome al duca d'Orleans, che, secondo il suo solito, si manteneva popolarissimo. Il duca d'Orleans li aveva ricevuti, ed essi gli avevano dichiarato qualmente erano decisi di non pagare la nuova imposta, quando anche avessero da difendersi armata mano contro i funzionari del re che venissero a riscuoterla. Il duca d'Orleans li aveva ascoltati con molta compiacenza, avea fatto sperare qualche mitigamento, e promesso di tenerne proposito colla regina, e licenziatili con le parole consuete: Si vedr?.

Nel d? 9 i referendarj dal canto loro erano stati a trovare il ministro, ed uno di costoro, che parlava per tutti, gli aveva favellato con tanta fermezza e tanto ardire ch'egli n'era rimasto attonito, e quindi li avea licenziati, dicendo come il duca d'Orleans: Si vedr?.

Questo d'Emery era sommamente odiato dal popolo, prima perch? era soprintendente delle finanze, e qualunque soprintendente delle finanze dev'essere aborrito, e poi, convien dirlo, perch? meritava un pochino di esserlo.

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E firm? la nomina di d'Emery.

Quello stesso d'Emery era diventato soprintendente alle finanze.

Il figlio di d'Emery era stato in procinto di essere soffocato, avendo uno degli attruppati proposto di strozzarlo sinch? vomitasse l'oro che si divorava. Il consiglio in quel d? non aveva deciso niente, sendoch? il soprintendente era troppo occupato di quell'avvenimento per aver libero il capo.

All'indomani il primo presidente Matteo Mol?, il di cui coraggio in tutte quelle faccende fu pari a quello del duca di Beaufort e del principe di Cond?, cio? i due uomini che passassero per i pi? valorosi in tutta la Francia, il presidente, dunque, era stato egli pure assalito: il popolo lo minacciava di fare scontare a lui i mali che volevasi fargli; ma egli, con la sua calma usuale, senza agitarsi n? maravigliarsi, avea risposto che se i perturbatori non obbedivano ai voleri del re, farebbe subito piantare delle forche su le piazze acci? sull'atto si appiccassero i pi? facinorosi fra essi.... Al che costoro avevano soggiunto che avrebbero anzi piacere di veder piantare le forche, le quali servirebbero ad appiccare i tristi giudici che compravano il favore della corte a costo della miseria del popolo.

E vi fu dell'altro: Nel d? 11 la regina, andando alla messa a Nostra-Donna, secondo soleva regolarmente ogni sabato, era stata seguitata da duecento e pi? donne che urlavano e domandavano giustizia. Esse per? non avevano cattive intenzioni, e solo volevano inginocchiarsi a lei davanti e muoverla a piet?; ma le guardie impedirono che facessero ci?, e la regina pass? altera e superba senza dar ascolto a' loro clamori.

Nel dopopranzo v'era stato nuovamente consiglio, ed in questo erasi risoluto di mantenere l'autorit? del re; ed in conseguenza fu convocato il parlamento per la domane, cio? per il 12.

In questo giorno, quello nella serata del quale or da noi si apre la presente storia, il re, in et? allora di dieci anni, e che aveva avuto di recente il vajuolo, col pretesto di andare a ringraziare Nostra-Donna della sua guarigione, metteva su le sue guardie, gli svizzeri e i moschettieri, li poneva in fila attorno al Palazzo Reale, su gli scali e sul Ponte Nuovo, e dopo udita messa si recava al parlamento: dove sopra un letto di giustizia fatto espressamente, non solo manteneva i suoi passati editti, ma ancora ne pronunziava altri cinque o sei pi? rovinosi uno dell'altro; a segno che il primo presidente, che, secondo si ? potuto scorgere, era giorni innanzi a favore della corte, aveva per? arditamente declamato contro quella maniera di condurre il re al palazzo per sorprendere e violentare la libert? de' suffragi.

Ma quelli che in ispecie inveirono contro alle nuove gravezze furono il presidente Blancmesnil ed il consigliere Broussel.

Proferiti quegli editti, il re torn? al Palazzo Reale; lungo la strada era grande la moltitudine, ma siccome si sapeva venir egli dal parlamento, e s'ignorava se vi fosse andato per rendere giustizia al popolo o per opprimerlo un'altra volta, cos? niun grido di giubilo s'intese a congratularlo della ricuperata salute. All'incontro tutti erano in sembiante inquieto, adirato, e taluni persino minacciosi.

Ad onta del suo ritorno, le truppe rimasero al posto; si era temuta qualche sollevazione quando si conoscesse il resultato della seduta del parlamento; e di fatti non s? tosto fu sparsa per le vie la voce che invece di scemare le tasse il sovrano le aveva accresciute, si formarono gruppi di gente, e risuonarono grandi clamori strillando: Abbasso Mazzarino! evviva Broussel! evviva Blancmesnil! imperocch? il popolo avea saputo che Blancmesnil e Broussel aveano parlato a pro suo, e sebbene fosse sortita vana la di loro eloquenza, ei ne serbava ad essi gratitudine.

Si era tentato di dissipare quei capannelli, e cercato d'impor silenzio alle grida, e conforme avviene in casi simili, si aumentavano i capannelli e le grida si raddoppiavano. Era dato l'ordine alle guardie del re ed alle guardie svizzere, non solamente di star salde, ma anche di far pattuglie nelle strade di San Dionigi e San Martino, dove le riunioni sembravano pi? numerose e riscaldate; ed ecco annunziarsi al Palazzo Reale il prevosto dei mercanti.

Fu subito introdotto: veniva ad avvertire che se all'istante non si cessava dalle ostili dimostrazioni, fra un'ora tutta Parigi sarebbe sotto le armi.

Mentre si discuteva su ci? che avea da farsi, torn? Comminges luogotenente delle guardie, laceri i panni e insanguinato il volto. Al vederlo comparire la regina di? un urlo di sorpresa, e addimand? che mai fosse.

Era che, all'aspetto delle guardie, secondo avea presagito il prevosto dei mercanti, gli spiriti si erano inaspriti. S'era preso possesso delle campane e suonato a stormo. Comminges aveva retto benissimo, ed arrestato un uomo che sembrava uno de' principali agitatori, e per dare un esempio, comandato ch'ei fosse appeso alla croce del Trahoir. In conseguenza i soldati aveano trascinato colui onde eseguir l'ordine; ma sui mercati questi erano stati assaliti a sassate e colpi di alabarda; il ribelle avea c?lto il momento per fuggire, presa la via Tiquetonne, e si era cacciato in una casa di cui immediatamente erano state sfondate le porte.

Inutile era sortito quell'atto di violenza, n? si aveva saputo ritrovare il reo. Comminges avea lasciato un corpo di guardia nella strada, e col resto del suo distaccamento era tornato al Palazzo Reale a render conto alla regina di quanto accadeva. Gi? pel cammino lo inseguivano grida e minacce; parecchi de' suoi uomini erano stati feriti di lancia e di alabarda, ed egli stesso c?lto da una palla che gli aveva spaccato un ciglio.

Il racconto di Comminges consolidava l'opinione del prevosto dei mercatanti. Non si era in grado di far fronte ad una grave sommossa. Il ministro fece sparger voce che le truppe non eransi schierate su gli scali e il Ponte Nuovo se non per l'opportunit? della cerimonia e immantinente si ritirerebbero. Realmente, intorno alle quattro ore di sera, si concentrarono tutte verso il Palazzo Reale; fu messo un corpo di guardia alla barriera dei Sergenti, un altro ai Ciechi , e il terzo finalmente sul poggetto di San Rocco. Si empierono i cortili ed i pian terreni di svizzeri e moschettieri, e si aspett?.

Ecco a qual punto stavano le cose quando noi introducemmo i nostri leggitori nel gabinetto di Mazzarino, stato in addietro del Richelieu; da noi si vide in quale situazione di mente egli ascoltava il mormorio del popolo che giungeva sino a lui e l'eco delle schioppettate che si udiva puranco nella sua camera.

Ad un tratto egli alz? il capo, mezzo aggrottate le ciglia siccome uno che ormai sia deciso, fiss? gli occhi sovra un enorme orologio a pendolo ch'era prossimo a suonare le sei, e prendendo un fischio di argento indorato, collocato sul tavolino a portata della sua mano, diede due fischiate.

Una porta nascosta dal parato si aperse senza alcun rumore, e si avanz? in silenzio un uomo vestito a nero, e stette ritto dietro alla poltrona.

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