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Munafa ebook

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Read Ebook: I misteri del processo Monti e Tognetti by Sanvittore Gaetano

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Ebook has 1096 lines and 44315 words, and 22 pages

i nei ferri, senza i quali, non potevano i detenuti comparire alla presenza di Sua Signoria illustrissima.

--Come ti chiami? cominci? il giudice, quando Tognetti fu alla sua presenza.

--Non lo sapete? Mi avete pur fatto chiamare.

--Sei Gaetano Tognetti?

--Se l'ho detto che lo sapete! perch? dunque me lo domandate?

--Meno arroganza, giovinotto, e rispondi a dovere. Come hai passata la sera del 22 ottobre?

--E voi, come l'avete passata?

--Rispondi a dovere. Come hai passata la sera del 22 ottobre?

--So molto io!... E chi se ne ricorda?

--Questi infingimenti sono inutili! esclam? il giudice, adoperando questa volta la ciera brusca, per atterrire il giovane Tognetti. Consta alla giustizia che in quella sera tu hai preso parte alla nefanda ribellione; consta che hai commessi misfatti e nequizie senza termine; consta che hai perpetrati omicidi, ferite, ed altri crimini e delitti; consta sopratutto, che ti sei macchiato del crimine di lesa maest? in primo grado.

--Consta, consta, consta! soggiunse Tognetti con piglio beffardo. E se vi consta tutto questo, perch? mi venite a interrogare?

--Per ottenere dal tuo labbro la genuina narrazione del fatto.

--Resterete colla voglia in corpo, perch? da me non otterrete nessuna confessione.

--Pensa, riprese il giudice, pensa che la negativa non potr? giovarti, perch? i tuoi stessi compagni ti hanno accusato, e sopratutto Giuseppe Monti, che ? stato esaminato in questo punto prima di te. Esso ha raccontato ed esposto per filo e per segno la compartecipazione che tu hai avuta nella perpetrazione del reato.

Tognetti, niente spaventato dal volto arcigno, n? dai biechi sguardi, n? dalle fiere parole del processante, volendo almeno vendicarsi collo scherno, che ? l'ultima sfida dei vinti, si mise a ridere, e disse:

--Pensa, grid? il giudice, piantandogli in faccia que' suoi occhiacci grifagni, pensa, che persistendo in questo contegno tu vai incontro diritto diritto alla morte!

--E che m'importa? soggiunse il giovane. Credete che io non capisca che la nostra sorte ? decisa fino d'adesso? A che mi gioverebbero le umiliazioni, i pianti e le preghiere? a niente; avete gi? destinato di farmi morire. Ebbene io morir?; ma voi non avrete la consolazione di vedermi a piegare la fronte, e dimandarvi perdono. Io morir? s?, ma almeno voglio avere la soddisfazione di parlare liberamente fino all'estremo della mia vita.

--Pensa all'anima tua! disse l'inquisitore con voce lugubre.

--I conti dell'anima, io li faccio direttamente col mio Dio: fate lo stesso anche voi.

--Pensa alla tua vecchia madre.

--Mia madre! poveretta! esclam? Tognetti con tenerezza mista di rabbia. Voi altri infami la farete morire di dolore!

--Vedo che sei un peccatore indurito, soggiunse il processante, crollando la testa. Ritorna nella tua prigione!

Suonava appunto la mezzanotte, nel momento in cui Petronio rinserrava coi chiavistelli la segreta, ove era rientrato Tognetti.

--? mezzanotte! disse il cancelliere, sollevando per la prima volta la punta del naso dalle sue carte, e guardando il suo principale. Il pover'uomo sperava che fosse giunto il termine del lavoro, poich? dal grande scrivere aveva le dita tutte indolenzite. Ma la sua speranza fu delusa.

--Prima che ce ne andiamo, disse il giudice, voglio interrogare nuovamente Curzio Ventura. Appoggiandomi sulla confessione di Monti, potr? cavare qualche cosa anche da lui.

E a Petronio, ch'era di ritorno, al solito, col mazzo delle chiavi e la sua berretta nelle mani:

--Animo, disse, andate a prendere il detenuto Curzio Ventura.

Una carrozza si ferm? in quel momento innanzi alla porta delle Carceri Nove.

Era la principessa Rizzi, che giungeva con Maria Tognetti.

La principessa comand? a Maria di aspettarla nella carrozza; poi, dopo avere abbassato il velo sul volto, si present? al cancello della prigione, chiese del capo-custode, e a questi mostr? lo scritto di monsignor Pagni.

Il capo-custode s'inchin? profondamente, e condusse la signora attraverso un labirinto d'anditi e di scalette, fino a quel tal camerone, a cui mettevano capo le porte di tante segrete, e nel quale vedemmo gi? il secondino Petronio lottare col sonno. Giunto quivi:

--Sono ai comandi di vostra eccellenza, disse il capo-custode, che aveva fiutato la gran dama.

--Come vedete, soggiunse la principessa, che teneva sempre in mano il foglio: quest'ordine di monsignore vi comanda di consegnarmi il prigioniero che io nominer?.

--Eccellenza, s?. Qual ? il prigioniero che devo consegnarle?

--?...

La principessa Rizzi stava per pronunziare il nome di Gaetano Tognetti, ma nello stesso punto si arrest?, e invece di quel nome emise un grido acutissimo.

Essa aveva veduto aprirsi una fra le porte ferrate delle segrete, e uscirne scortato da un secondino un giovane prigioniero. Era Curzio Ventura, che veniva condotto da Petronio innanzi al giudice Marini.

Lo vide essa appena, che lo riconobbe: ma pure non credeva a' suoi occhi, e si avvicin? a guardarlo meglio nel viso; poi fra i singhiozzi esclam?:

--Curzio! Curzio! sei tu?

Intese la voce della madre il giovane, e mosse per abbracciarla, ma lo impedirono i ferri che gli tenevano strettamente avvinte le mani e le braccia.

Il giudice Marini, cui gi? pareva troppo lungo l'indugio del carceriere, che doveva condurgli dinanzi l'inquisito, all'udire, quelle voci, usc? fuori dalla stanza degli esami, e venne nel camerone, seguito a breve distanza dal suo indivisibile cancelliere Passerini.

--Che significa ci?? esclam? vedendo una signora in atto di favellare al detenuto. Che cosa cerca quella donna? cacciatela fuori!

La principessa allora si avvicin? al giudice, e sollevando il velo, che subito dopo abbass? nuovamente, gli mostr? chi essa era.

Il giudice si raumili? tutto; e cercando di emendare le maniere ostili di prima a furia di servilit?, s'inchin? fino a terra, dicendo:

--Eccellenza, che cosa comanda?

--Guardi questo foglio, diss'ella, mostrandogli lo scritto. Conosce il carattere di monsignor Pagni?

Il giudice processante lanci? sulla carta uno sguardo, con cui si assicur? ben bene dell'autenticit? della firma, poi disse:

--Ma ella ? padrona, padronissima, collo scritto e senza scritto; pu? fare e disfare quello che vuole.

La principessa si volse allora al capo-custode, e disse, indicando Curzio:

--Il prigioniero che dovete consegnarmi ? questo.

Ad un cenno del capo-custode, Petronio, tutto lieto, si affrett? a togliere le manette al detenuto.

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