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Read Ebook: I misteri del processo Monti e Tognetti by Sanvittore Gaetano
Font size: Background color: Text color: Add to tbrJar First Page Next Page Prev PageEbook has 1096 lines and 44315 words, and 22 pagesAd un cenno del capo-custode, Petronio, tutto lieto, si affrett? a togliere le manette al detenuto. --Venga, signor cancelliere, abbiamo finito, diceva intanto il giudice a Passerini; e questi, contento anch'esso come Petronio, raccolse in fretta le carte e le penne. Marini, passando innanzi alla signora, si sprofond? nuovamente in un inchino, dicendo: --Servo umilissima di vostra eccellenza! e si diresse verso la scala, seguilo dal suo caudatario. --Curzio, affrettati, vieni! disse a Curzio la principessa. --Dove? chiese il giovane sbalordito. --In libert?, rispose ella, in libert?! Io posso salvarti; ma non tardare, vieni. --Io dovr? fuggire, salvarmi, esclam? Curzio, mentre i miei fratelli rimangono in carcere, colla morte sospesa sui loro capi? Essa non si attendeva quella resistenza; trem? che qualche ostacolo sopraggiungesse a frapporsi alla salvezza del figlio, e cercando un mezzo d'indurre Curzio a seguirla, esclam?: --I tuoi compagni! anch'essi saranno salvi. --Anch'essi? --S?, te lo prometto; ma ora non indugiare, vieni, altrimenti non saremo pi? in tempo... Pensa che frapponendo un ritardo, non solo cagioni la tua perdita, ma anche la loro. Cieca per la paura di quella situazione tremenda, ansiosa di persuadere il figliuolo a seguirla, la povera madre non sapeva pi? che dire. E Curzio riprese: --Avrai tanto potere da salvarli anch'essi? --E non ho il potere di farti fuggire? --Mi giuri che otterrai anche la loro salvezza? --S?, te lo giuro. E ora vieni, se pure non vuoi perdere anche tua madre. Se tu rimani, io, no, non mi divido da te! --Ebbene, io vengo teco! disse Curzio, dopo aver pensato un ultimo istante. Accetto la libert?, ma a patto che ne godranno anche i miei compagni. --Fidati in me; vieni. Cos? dicendo, la principessa conduceva seco Curzio; quando, giunta con esso al cancello del camerone, s'imbatt? sulla soglia con monsignor Pagni. --Fermatevi, o signora! grid? il prelato. Essa si arrest? come impietrita. Curzio si ritrasse sdegnosamente lontano. --Voi mi avete ingannato, disse monsignore a bassa voce alla principessa. --Lasciatemi! diss'ella. --Fermatevi, ripigli? monsignor Pagni. Voi non uscirete di qui con quell'uomo. ? quello il giovane muratore che volete salvare? pel quale mi chiedeste un salvacondotto? quello ? lo scultore Curzio Ventura, che la fama dice vostro drudo; e non erra, perch? gli ? per salvar lui che voi abusaste della mia buona fede; ? per salvar lui che voi siete qui dentro! --Se sapeste... disse la principessa. Io non posso tutto spiegarvi. In nome di Dio, lasciatemi uscire! --Voi non uscirete con lui, vi dico. --Ebbene, volete tutto sapere? sappiatelo, soggiunse ella con risoluzione; e fattasi dappresso al prelato, parlandogli all'orecchio, con voce sommessa ma vibrata continu?: --No, non ? una tresca impudica che mi lega al giovane scultore; ? l'amore il pi? puro, il pi? santo; ? l'amore di madre!... S?, io sono la madre di Curzio Ventura!... E, se non basta, sappiate ch'egli ha vent'anni, ch'egli ? nato dopo che voi mi abbandonaste indegnamente al rimorso e all'infamia. M'intendete, o signore? Monsignor Pagni, colpito profondamente da quelle parole, guard? fisso la principessa; lesse ne' suoi occhi smarriti l'espressione del vero; volse lo sguardo dalla parte ov'era Curzio tutto tacito e concentrato, esclam?: --Egli ? mio... --Tacete! gl'impose essa con un gesto eloquente. Il prelato la rassicur? con un cenno della mano; poi si avvicin? al giovane, guardandolo con tutta l'espressione dell'affetto. Curzio all'appressarsi del monsignore si arretr? alquanto, e lo fiss? con quell'occhiata di schifo e di diffidenza, che suol volgersi ad un rettile velenoso. Il prelato si arrest?, curv? la testa, rimase un istante in silenzio, poi voltosi alla principessa: --Andate, signora, le disse; voi siete libera di partire. Essa prese Curzio per mano, e traendolo seco, scese precipitosamente le scale, i cancelli della prigione si aprivano l'uno dopo l'altro innanzi allo scritto di monsignor Pagni. Giunta che fu sulla strada, la principessa trov? Maria Tognetti, che impaziente di abbracciare suo figlio, era scesa dalla carrozza, e si era avvicinata alla porta della prigione. Appena vide giungere la sua protettrice seguita da un giovane carcerato, porse innanzi le braccia per stringere al seno il suo figliuolo; ma vedendo, invece del suo Gaetano, Curzio, che la principessa fece salire rapidamente nella carrozza, salendo anch'essa subito dopo, la povera Maria rimase immobile e muta. Voleva gridare, chiamare suo figlio, chiederne conto alla principessa, lanciarsi allo sportello del legno, al cancello delle carceri. Ma la sorpresa, l'emozione, il contrasto, le tolsero a un tratto il movimento e la parola. Agit? le mani, mand? un rauco gemito, ma si sforz? invano di muoversi e parlare. La principessa sent? tutto il pericolo di quel momento; se Curzio si accorgeva dello scambio, pel quale esso veniva salvato invece del suo compagno Tognetti, avrebbe rifiutato di fuggire, e chi sa cosa sarebbe avvenuto. La paura la rese crudele; seguendo l'impulso irresistibile dell'amore materno, che fa anteporre la salvezza di un figlio ad ogni altra considerazione, comand? al cocchiere di far partire la carrozza al galoppo. Maria vide allontanarsi rapidamente il legno, e con esso ogni sua speranza; guard? anche una volta le tetre muraglie che le contendevano il figlio, mand? un grido, e cadde riversa sopra il selciato della via. La rivincita di un prelato. La desolazione pi? fiera era entrata nella casetta di Trastevere, dove un giorno aveva regnato la pace e la serena tranquillit? di una vita modesta e incolpata. La famiglia di Giuseppe Monti era colpita dalla maggiore fra le disgrazie. Il capo maestro languiva in un carcere durissimo, minacciato da una condanna di morte, soggetto a tutte le privazioni e ai patimenti del prigioniero, e martoriato da quell'angoscia pi? crudele d'ogni altra d'essere diviso dalle persone tanto care al suo cuore. Intanto sua moglie, i suoi figli, abbandonati, privi di soccorso, soffrivano l'inopia delle cose pi? neccessarie, e il tormento pi? feroce struggeva il cuore della Lucia, il pensiero delle sofferenze di suo marito, e il terrore della sorte che gli soprastava. Essa era ignara della parte che Monti aveva avuta nella rivolta; ma sinistre voci erano giunte fino a lei, che parlavano di gravi indizi, di prove, di confessioni, di pene estreme, e tremende; e in quella incertezza paurosa quanto fosse straziata l'anima della povera donna, chi ha cuore nel petto pu? facilmente immaginarlo. Nei primi giorni essa aveva trovata quella violenta energia, che assiste la donna nei momenti pi? terribili della vita. Animata da un virile coraggio, si era presentata agli uffici, alle prigioni, aveva parlato ai giudici, ai cancellieri, aveva chiesta udienza a prelati, e cardinali; preci, pianti, denaro, tutto aveva posto in opera per giovare al marito. Ma quando vide tornar vani tanti sforzi pertinaci; quando vide accolte con fredda indifferenza le sue disperate supplicazioni, e perdersi tutte le sue monete nelle ingorde mani degli uscieri e dei secondini, senza alcun frutto, e ch'essa non poteva nemmeno aver notizia dello stato di suo marito, e del suo destino, e che le era conteso perfino il conforto di vederlo una volta, di mescere con esso il pianto degl'infelici, allora la povera donna sent? lo scuoramento entrarle nel cuore, e venirle meno ogni forza. In quella febbrile attivit? dei primi giorni si era consumata tutta quanta la sua energia; essa cadde in uno stato terribile di prostrazione. Frattanto le sue risorse pecuniarie erano mancate, avendo ella consunti tutt'i suoi risparmi in quegli inutili tentativi: e i suoi bambini avevano bisogno di pane. Fu allora che la buona Teresa divenne l'angelo tutelare della famiglia. Anch'essa aveva un pensiero d'amore che si volgeva dolorosamente alle Carceri Nove; ch'essa era amante e fidanzata del giovane Tognetti; ma all'aspetto di quella immensa sventura, che aveva colpita la sua cugina Lucia, dimenticava gli affanni suoi proprii per dividere le pene atroci della moglie di Monti. E quando il coraggio di questa, giunto all'estremo, di? luogo a un cupo sconforto, essa pens? e provvide ai bisogni della famiglia. Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page |
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