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Munafa ebook

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Read Ebook: Vincenzo Monti (1754-1828) La vita italiana durante la Rivoluzione francese e l'Impero by Masi Ernesto

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Ebook has 66 lines and 11410 words, and 2 pages

D'altra parte qual ? il poeta, anche fra i sommi, che nella scelta della sua macchina poetica non abbia attinto da quel fondo comune, che l'arte, la storia, gli ingegni colti e la fantasia popolare vengono tutti insieme accumulando e che in ogni tempo appresta, si direbbe, lo stampo, in cui il poeta getta le bellezze originali del proprio estro e dell'arte propria? A questa legge, bench? di tanto scemata di forza, di quanta n'ha acquistata nel tempo moderno l'individualit? dell'ingegno, a questa legge s'? conformato anche il Monti.

Ne pag? il fio, non dubitate! E quantunque egli appartenesse in realt? alla parte pi? onesta, pi? saggia, pi? nobilmente liberale della Cisalpina, e forse anzi appunto per questo, non ebbe mai tregua n? merc? e pi? d'una volta parla in certe sue lettere disperate della tentazione di farsi saltare in aria le cervella.

La Cisalpina, gi? agonizzante per le violenze, le corruzioni, i ladronecci, le frenesie d'ogni guisa, sprofond? del tutto sotto la vittoriosa reazione Austro-Russa, ed il Monti esul? in Francia, fino a che la vittoria di Marengo non gli consent? d'intuonare lo splendido inno del ritorno e della redenzione sua e dell'Italia:

Bell'Italia, amate sponde, Pur vi torno a riveder! Trema in petto e si confonde L'alma oppressa dal piacer.

Altri stolti, altri vili, altri perversi, Tiranni molti, cittadini pochi E i pochi o muti, o insid?ati, o spersi. Inique leggi e per crearle rochi Sulla tribuna i gorgozzuli e in giro La discordia co' mantici e co' fochi, E l'orgoglio con lei, l'odio, il deliro, L'ignoranza, l'error, mentre alla sbarra Sta del popolo il pianto ed il sospiro. Tal s'allaccia in senato la zimarra, Che d'elleboro ha d'uopo e d'esorcismo; Tal vi tuona, che il callo ha della marra; Tal vi trama, che tutto ? parossismo Di delfica mania, vate pi? destro La calunnia a filar che il sillogismo; Vile! tal altro del rubar maestro A Caton si pareggia e monta i rostri Scappato al remo e al tiberin capestro. Oh iniqui! E tutti in arroganti inchiostri Parlar virtude e s? dir Bruto e Gracco Genuzi essendo, Saturnini e mostri. Colmo era insomma de' delitti il sacco; In pianto il giusto, in gozzoviglia il ladro, E i Bruti a desco con Ciprigna e Bacco. . . . . . . . . . . . . . . . Dal calzato allo scalzo le fortune Migrar fur viste e libert? divenne Merce di ladri e furia di tribune. V'eran leggi; il gran patto era solenne, Ma fu calpesto.... V?ta il popol per fame avea la vena; E il viver suo vedea fuso e distrutto De' suoi pieni tiranni in una cena. Squallido, macro il buon soldato e brutto Di polve, di sudor, di cicatrici, Chiedea plorando di suo sangue il frutto: Ma l'inghiottono l'arche voratrici Di onnipossenti.... . . . . . . . . . . . . . . . . Sai come s'arrabatta esta gen?a, Che ambiz?osa, obbliqua entra e pen?tra E fora e s'apre ai primi onor la via.

Il poeta, signore, ha sfogato il suo nobile sdegno e si calma, perch? ? da sperare che questa tregenda d'infamie sia finita. Sia finita? Oh s?! Quando finir? l'uomo!

Ben presto esso e gli altri dovettero ricredersi, e quanto al Monti in particolare, esso nel consacrare, alcuni anni dopo, al marchese Trivulzio uno de' suoi ultimi canti chiudeva cos?:

.... E s'ei dimanda Come del viver mio si volga il corso, Di' che ad umil ruscello egli ? sim?le, Su le cui rive impetuosa e dura I fior pi? cari la tempesta uccise.

Ma ormai il povero Monti non era pi? che l'ombra di s? stesso. Ogni speranza, ogni dolcezza, ogni gloria si concentravano per lui nella moglie e nella figlia Costanza, sposata nel '12 al Perticari, e per le cui nozze i poeti d'Italia incomodarono tutti i vecchi Dei dell'Olimpo.

Comunque esso l'am? sempre tenerissimamente e la immortal? in quei versi soavissimi:

.... La stella Del viver mio s'appressa Al suo tramonto: ma sperar ti giovi Che tutto io non morr?: pensa che un nome Non oscuro io ti lascio, e tal che un giorno Fra le italiche donne Ti fia bel vanto il dire: "io fui l'amore Del cantor di Bassville, Del cantor che di care itale note Vest? l'ira d'Achille.,,

Basti questo aneddoto. Il Monti e la Sta?l si scambiarono un giorno il dono d'un libro. Nel giorno stesso il Monti capita in visita dalla contessa Cicognara e ve lo depone, dicendo che sarebbe tornato a riprenderlo. Di l? a poco eccoti la Sta?l, che, dicendo lo stesso, vi depone il suo; ma tutti e due quei libri rimasero alla contessa Cicognara, e n? la Sta?l, n? il Monti si ricordarono mai pi? di ridomandarglieli.

Ben pi? della moglie del Monti ? notevole figura di donna la sua figlia Costanza, che fu veramente il suo idolo. Era ingegnosa assai e un vero miracolo di bellezza, e con questi pregi eredit? anche il destino del padre d'essere fatta segno a molti amori di certo, ma anche ad odii feroci, perocch? alle colpe della mediocrit?, che non d? ombra, s'usa misericordia, non a splendori d'ingegno e di bellezza, dai quali troppa gente si sente offuscata. Rest? vedova nel 22 e fu accusata persino d'avere avvelenato il marito. Era una calunnia infame, ma fu creduta, e dovettero scolparnela solennemente i suoi amici e vendicarnela il padre ne' suoi ultimi versi.

Il Monti mor? nel '28, Costanza nel '40; e di tutte queste vicende del poeta, che ne' suoi versi, nella sua vita e in quella pure della sua famiglia rispecchi? pi? caratteristicamente d'ogni altro le vicende del suo tempo, il Niccolini faceva, non volendo, l'epilogo in una lettera al Maffei con queste parole: "in breve tempo il Monti, la sua moglie, la sua figlia sono spariti: pochi ne parlano, e i pi? di questi ne dicono male. Oh vanagloria delle umane grandezze!,,

Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.

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