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Munafa ebook

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Read Ebook: Al di là: romanzo by Oriani Alfredo

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Ebook has 3035 lines and 112095 words, and 61 pages

AL DI L?

ROMANZO.

Terza Edizione

Quanto a quelle persone apatiche, che non conoscono n? le tentazioni dell'immaginazione n? del sentimento, confesso che hanno tutto il diritto di censurarmi, ma non so decidermi se abbiano quello di leggermi.

PROPRIET? LETTERARIA

Milano -- Tip. Filippo Poncelletti, Via Broletto, 43.

A coloro che dopo letto questo libro si credessero ancora in diritto di arrossire perch? solo il vizio vi figura e con tutto lo splendore di che il cuore e la fantasia dell'artista hanno saputo vestirlo, non ho che a ripetere le parole di uno degli spiriti pi? casti e profondi dei tempi moderni -- la vertu dans les romans n'est bonne que ? sagrifier -- ed io mi sentivo troppo virtuoso per consumare tale sagrificio.

INDICE

PARTE PRIMA.

CAPITOLO PAG.

PARTE SECONDA.

Ugo ad Anselmo 141

PARTE TERZA.

PARTE QUARTA.

AL DI L?

PARTE PRIMA

PRIMA

Une personne de ma connaissance disait: Ie vais faire une assez sotte chose, c'est mon portrait

Siamo a Bologna, una delle citt? pi? ricche e noiose d'Italia.

In un mattino del maggio 1875 un giovane traversava la piazza d'armi, vasto quadrato chiuso da case borghesi, verso la Montagnola, che ergendosi sovra esso in largo spianato coperto di grandi alberi, ? tutto il passeggio pubblico della citt?. Camminava affrettatamente e il suo passo non era di uomo libero in terra libera, andatura trovata da Guerrazzi e compresa da nessuno, ma di persona preoccupata; e l'aspetto signorile malgrado gli abiti negletti. Portava il cappello e la testa addietro mostrando una fronte corrugata con un volto pallido di una tale pallidezza biliosa, pi? viva per la barba nerissima: e il volto era maschio di lineamenti, qua e l? scorretti come alla punta del naso e alla bocca, di cui le labbra piuttosto tumide, massime il superiore, avevano una espressione di sensualit? e di alterigia. Gli occhi lucevano grandi e neri, la sua cosa migliore; e la persona sviluppavasi aitante con spalle larghe e petto prominente, malgrado il difetto delle gambe lievemente curve in dentro e natanti dentro calzoni larghissimi a seconda della moda.

Presto giunse al limite della piazza, e salendone il pendio erboso si trov? sulla Montagnola. La mattinata era stupenda, il cielo limpidissimo, il sole abbagliante, ma il luogo triste malgrado la sua destinazione e l'ora. Quegli alberi densi, tutti di una famiglia, di una forma e di un'altezza, piantati con regolarit? scrupolosa, hanno un'aria da cimitero: vi si sente troppo il lavoro dell'uomo e la smania della simmetria: non una linea ? spezzata nel quadro, non un colore, una gradazione almeno attenua l'impressione del loro verde appannato: il piano netto, senza una pianta o un cespuglio; e solo i fusti alti, dritti, biancastri che paiono colonne. La campagna vi ? assente, e la natura e l'arte vi fanno una figura egualmente goffa, senza una fontana che mormori o una spalliera che sorrida coi fiori e parli cogli odori: nessuna statua vi ferma, appena se qualche sedile vi aspetta, come le due vasche di pietra rossa ai lati del viale sulla piazza d'armi attendono l'acqua solamente dal cielo, e si riempiono solamente colla neve nei tristi inverni. Quelle due vasche sono melanconiche e forse anco pericolose pei ragazzetti che vi giocano dintorno la sera, intanto che le mamme cicaleggiano fra loro, o le serve incaricate di vegliarli si distraggono nell'ammirare la superba montura di un sergente di cavalleria, che cavalcando gloriosamente a piedi, passa loro sulla fronte come su quella di uno squadrone di coscritti. Se invece di pretenderla a bosco, la Montagnola fosse un giardino, pochi la varrebbero, ma con quegli alberoni che stando in mezzo tolgono ogni vista d'orizzonte senza offrire comodit? di colloqui, senza fiori e senza acqua, ? uno dei passeggi pi? poveri ed antipatici.

Al di sotto corrono le mura, divise da una strada, cui si discende per un'altra parallela, ma grande e la sola ben ombreggiata da vecchi ippocastani.

Il giovane si ferm? al parapetto di una specie di balcone, che interrompe la siepe di confine, osservando le file lontane dei pioppi rigare in pi? sensi la pianura e l'orizzonte; poi si diresse verso un angolo vestito di boschetti adolescenti, e cadde sul primo sedile.

Sembrava assai triste ed era solo.

Rimase lungo tempo colla fronte nelle palme, indi rialzandola vivamente, come chi ceda ad un pensiero improvviso, trasse un taccuino e colla matita prese a scrivervi febbrilmente.

Leggiamo.

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<< -- Ora, mi dissi, camminiamo confuso fra la folla che si urta, schiamazza e muore. La vita ? una lotta inutile; lottiamo per lottare, per opprimere, per essere oppressi; tutto sta nei sensi, nella giovent? e nella salute, e se la felicit? deriva dalla ubbriachezza, trattiamo la fantasia da sgualdrina e con l'inno facciamo una canzonetta. L'aureola della gloria ? fosforescenza di legno imputridito, luce senza calore; l'amore una melopea da educande; la fede un vestito di fanciullo che indossato da uomo rende ridicola la persona e difficili i movimenti...; la speranza... oh essa ? la polvere che sollevasi sulla strada e la nasconde -- non vedendo ove si vada, n? a che distanza sia la meta, non possiamo figurarcela vicina e quale meglio ci talenta?

? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ?

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<< -- Anche tu mi ripeterai: Avanti! Fosti grande: vecchio sui volumi della filosofia un giorno la maledicesti; la intendo ancora quella tua ultima imprecazione -- maledetta la pazienza! ma avevi i capelli bianchi e la schiena curva. L'occhio appannatosi sulle pergamene non metteva pi? lampi, e il sorriso errandoti sulle labbra si sprofondava dietro le gengive sguernite... Eri vecchio, eri un mostro...

<< -- Ebbene? interruppe Faust.

<< -- Ti sei mai pentito fra le braccia di Margherita del tuo patto con Mefistofele?

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Due mani che gli si posarono sugli occhi gli fecero cadere il taccuino.

-- Una donna!

-- Bella?

-- Un momento, e le toccava le mani.

-- Bella? fu richiesto con voce tremola per la gaiezza di riso rattenuto.

-- S?.

-- Da che lo supponete?

-- Dalle mani.

-- Potreste ingannarvi.

-- Non lo temete, contessa; ho sognato troppo ci? che potrebbero offrire.

-- Cos? che mi avete riconosciuta...

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