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Munafa ebook

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Read Ebook: O tutto o nulla: romanzo by Barrili Anton Giulio

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Ebook has 1142 lines and 49285 words, and 23 pages

-- La ragione l'avete detta voi; -- rispose la signora Vezzosi. -- Non si tratta d'una Dea? Le Dee antiche gradivano ogni sorta d'incensi, badando poco al valore dell'aroma e molto alla divozione con cui era offerto. Del resto, signor Aldo, voi siete poeta e andate facilmente alle esagerazioni, sognate ad occhi aperti, come accade a tutti i poeti. Ora, io, per debito d'amicizia, vi avverto d'una cosa. La donna che avete sognata.... non esiste.

-- Ah! lo credete? -- esclam? il De Rossi.

-- O se pure esiste, -- prosegu? la signora Elena, -- voi le siete passato accanto e non vi siete accorto di nulla. --

Il colpo era forte e andava forse pi? oltre che la signora Vezzosi non avesse voluto. Anche lei, senza avvedersene, lavorava contro Camilla. Eppure, lo ricordate, la signora Elena era andata a Montecatini col nobile proposito di aiutare il De Rossi. Ma gi?, abbiate pure un pan di zucchero al posto del cuore, il fegato, suo vicino, ci rovescer? sempre addosso qualche cosa d'amaro. ? sempre spiacevole di dover lavorare ai propri danni, quando si sperava di poter fare tutt'altro.

Aldo De Rossi non era uno sciocco, vi prego di crederlo, e lo era solamente per quella parte in cui lo sono tanti uomini di valore; cio? a dire quando amano e con la persona che amano. Perci? intese facilmente il senso riposto delle parole che la signora Elena aveva buttate l? in un impeto di cattivo umore, e, come potete immaginarvi, rimase un pochino sconcertato. L? per l?, quasi per debito di cortesia, avrebbe voluto dirle: -- <> -- Ma non sarebbe stato un far torto alla signora Camilla? Ed egli, cos? raffinato nel suo modo di pensare, tanto raffinato da dar dei punti ad un teologo della scuola bisantina, si tenne in corpo la sua cortesia, ottenendo cos? il bel risultato di parer sciocco due volte.

-- Ma via, -- ripigli? la signora Elena, dopo un istante di pausa, -- noi forse giudichiamo male Camilla. Cio?.... -- soggiunse, -- diciamo le cose come stanno; siete voi che la giudicate, mentre io non fo altro che ragionare sui vostri giudizi. Camilla sar? benissimo capace di amare sul serio, e sotto quell'apparenza di leggerezza ci sar?, c'? di sicuro, una forza di sentimento che voi ora non sospettate neppure. Ma bisogner? toccare il suo cuore con qualche impresa maravigliosa, escire senz'altro dal comune. Quell'aria di malinconia che voi avete presa per livrea d'amore, non vi baster?, ve lo dico io, non vi baster?. Dio sa quanti altri avranno tentato di piacerle con quelle forme romantiche! Se sapeste come fanno ridere, quegli atteggiamenti da poeta moribondo! La donna vuol esser padrona, ma non vuole passare per tiranna, n? essere obbligata ogni giorno a scolparsi, o a dare una costituzione. E quell'uomo che mostra di soffrire per ogni cosa da nulla....

-- Vi prego, -- interruppe Aldo, -- dite quell'uomo che soffre davvero.

-- Peggio che mai! -- ribatt? la signora Vezzosi. -- Quell'uomo che soffre davvero per ogni cosa da nulla, che cosa non soffrir? e che cosa non far? soffrire tutti i giorni, ad una donna che sar? tanto debole per concedergli il suo cuore? A questo pensa una donna, ed ha ragione a pensarci in tempo, perch? il pensarci poi non le gioverebbe pi? a nulla. Sappiate, signor Aldo, che le donne non amano le tragedie; qualche volta ne fanno, ma senza avvedersene, come quel personaggio di Moli?re, che faceva della prosa robusta senza saperlo. Dunque, mi raccomando, non siate malinconico. ? un vizio pericoloso, perch? correrete il rischio di non parerle originale, ma una copia, fors'anche una brutta copia, di cento e cento altri.

-- Sar? benissimo cos?! -- rispose il De Rossi, chinando la testa. -- Prover? ad essere allegro. Ma sar? anche qui poco originale.

-- Perch??

-- Perch? sar? una copia di lei. Non sentite com'? gaia? Ci ha sulle labbra il riso stereotipato, quest'oggi. --

La signora Elena non pot? trattenersi dal ridere, a quella osservazione bizzarra.

-- S?, ? vero; -- diss'ella. -- Ma sar? meglio imitar lei che altri. Camilla non si accorger? del plagio, e accoglier? volentieri quell'umore che sar? pi? conforme al suo. Vi torna?

-- La riflessione ? giustissima; -- rispose il De Rossi. -- Purch? mi venga fatto di seguire il vostro consiglio!

-- Lo potrete, se vorrete. E poi, badate, ci avete obbligo, anche per un'altra ragione. Stando sempre cos? imbronciato, fareste torto a me, che non lo merito.

-- A voi? E come?

-- Ma sicuro! Si dir? che noi abbiamo portato a Montecatini un orso, e un orso male addomesticato. Suvvia, state allegro, siate forte, e combattete da uomo leale.

-- Grazie! -- esclam? Aldo, allungando la mano per stringer quella della signora Elena, che posava ancora sul suo braccio.

Erano giunti allora davanti alla succursale dell'albergo della Pace. La signora Camilla e il contino Anselmi avevano gi? fatto alto, per aspettare il resto della comitiva, e frattanto l'Anselmi prendeva commiato dalla signora, poich? egli doveva tornare indietro, essendo ad alloggio all'albergo della Torretta. Si avvide la signora Camilla della stretta di mano che Aldo aveva data alla signora Vezzosi? Forse s?, forse no; il che significa che non potrei starvene mallevadore.

Ogni tempesta ha i suoi riposi, come i raggi solari hanno i loro intervalli opachi. Ed io metto avanti questi dotti paragoni, per dirvi una cosa molto comune, cio? che, dopo tanti spasimi di gelosia, Aldo De Rossi ebbe qualche ora di tregua. Il contino Anselmi alloggiava lontano dalla Pace, e si aveva la bella prospettiva di non rivederlo cos? presto. Prima di tutto, non c'era da vederlo a colazione, anche perch? le signore usavano farla nelle loro camere. Seguivano le ore calde della giornata, che erano caldissime a Montecatini, e che si solevano passare riposando, e mettendosi poi in fronzoli per la solenne comparsa nella sala da pranzo. Aldo De Rossi respir? a larghi polmoni pensando per la seconda volta che l'Anselmi pranzava alla pensione Birindelli, ed attese con bastante tranquillit? l'ora di rivedere la signora Camilla.

Per altro, qualche minuto prima della chiamata, scese nella sala da pranzo, per riscontrare sugli anelli di bosso che cerchiavano i tovaglioli il numero delle camere occupate dal presidente Roberti e dalla signora Rivanera. I posti dei nuovi venuti erano un po' troppo distanti da quelli che occupavano i Vezzosi; ed era naturale, poich? erano giunti due giorni dopo di loro all'albergo. Ma il nostro eroe, che aveva spirito abbastanza, quando non si trovava a discorrere con la signora Camilla, si raccomand? in tempo al direttore, perch? il presidente Roberti e sua nipote fossero avvicinati ai loro concittadini ed amici. Inutile il dire che questa ragione persuase il direttore e che il desiderio di Aldo fu prontamente appagato.

Cos? avvenne che, mentre egli era gi? seduto a tavola, al fianco della signora Elena, potesse vedere il presidente gran croce e la signora Camilla entrare nella sala da pranzo, venire innanzi cercando con gli occhi i loro numeri a tutti i posti liberi, e finalmente sedersi di rimpetto ai signori Vezzosi.

-- Ah bene! -- esclam? il presidente Roberti, volgendosi alla signora Elena e al commendatore Gerardo. -- Siamo vicini di tavola.

-- Presidente, ecco una buona parola per noi; -- rispose il Vezzosi. -- Noi ringrazieremo due volte la sorte. --

La signora Camilla, elegantissimamente vestita, come l'uso voleva, era molto tranquilla, e direi quasi un tantino contegnosa. Non si sentiva pi? il riso argentino che aveva tanto dato sui nervi al signor De Rossi sette ore prima, e la sua parola era sobria come lo sguardo. Meglio cos?! Cio?, niente affatto. L'uomo innamorato ? cos? facile a trovare argomenti di pena, che il signor Aldo rimpianse le schiette risate del mattino. O perch? doveva averne il privilegio l'Anselmi? E non era il caso di sorridere anche un pochino a lui, che pure s'industriava a trovare sempre nuove gentilezze da dire alla signora Camilla e al presidente gran croce?

Veramente, quelle sue gentilezze non erano tali da destare il buon umore della dama. Aldo De Rossi aveva quel giorno il complimento con lo strascico, cio? niente spigliato e niente gaio. Se ne avvide egli stesso, e se ne avvide con lui la signora Vezzosi, che si fece a punzecchiarlo leggermente, per obbligarlo a rispondere e a trovare nel suo cervello qualche cosa di meglio. Aldo De Rossi non riusc? ad essere arguto, ma volle almeno essere gaio, e lo fu con ostentazione, che ? come dire senza grazia. In verit?, la signora Vezzosi aveva portato a Montecatini un orso male addimesticato.

Aldo meditava gi? un madrigale in prosa, quando la signora Camilla entr? a parlargli del Tettuccio e della gran folla che ci aveva trovata.

-- Troppa gente, ? vero, troppa gente! -- diss'egli, sospirando. -- Io non vedevo il momento di tornar via.

-- Ah! -- esclam? la signora. -- Ho dunque toccato una corda sensibile? Dimenticavo che siete un filosofo, e che amate anche molto le dispute.

-- Io? Da che l'argomentate?

-- Ma! Se non altro, dall'ardore con cui avete sostenuta la conversazione, dal Tettuccio fino all'albergo.

-- Non si parlava di filosofia; -- rispose Aldo, turbato da quell'accenno inatteso e non sapendo l? per l? che cosa dovesse pensarne. -- La signora Vezzosi non ama questi discorsi. E in verit?, -- soggiunse egli, sforzandosi di dare un giro pi? allegro al discorso, -- nessuna signora li gradirebbe. Si ? parlato invece di tante cose; ma, prima di tutto, e pi? di tutto, s'? parlato di voi.

-- Di me? Pure, non mi sono sentita fischiare gli orecchi; -- not? la signora Camilla ridendo.

-- Almeno il sinistro avrebbe dovuto fischiarvi, -- replic? Aldo De Rossi.

-- Perch? il sinistro?

-- Perch?, secondo il proverbio toscano, quando fischia l'orecchio diritto, il cuore ? afflitto, ma quando fischia l'orecchio manco il cuore ? franco.

-- Eh, a questi patti, non dico di no; -- fece la signora Camilla, appoggiando la frase con un leggero movimento del capo. -- Ma forse non ho potuto sentirlo, perch? il suono si confondeva col ronz?o delle vostre parole.

-- Signora mia, -- rispose Aldo, sospirando, -- perch? non ho io il suono argentino del vostro sorriso, che mi giungeva stamane all'orecchio, pi? dolce d'una musica celeste? Voi siete lieta ed io triste, ecco il guaio. Ma mi corregger?, non dubitate, mi corregger?. Amo meglio parervi uno sciocco, come ce ne sono tanti nel mondo, anzi che un filosofo. Che cosa non farei, per meritare la vostra stima? --

Aldo De Rossi tir? gi? tutta quella roba in fretta e in furia, per una ragione che i miei lettori avranno gi? indovinata. Egli voleva dire e non aver l'aria di dire ci? che pensava delle moinerie di madonna col contino Anselmi; perci?, a mala pena gli era sfuggita l'allusione, andava via affastellando chiacchiere, affinch? ella non si fermasse a pensarci su.

Ma la signora Camilla non mostr? neanche di aver notata la cosa.

-- La mia stima! -- diss'ella, guardando il signor Aldo con aria di stupore. -- E per che farne?

-- Ma.... -- rispose egli. -- Per averla.

-- Ah s?, -- replic? la signora Camilla, increspando le labbra ad un risolino sarcastico, -- dimenticavo che amate le collezioni.

-- Io, signora?

-- Oh, non c'? niente di male, e non occorre che mi guardiate con quegli occhi stralunati. Siete come l'ape, che raccoglie da tutti i fiori il suo miele. --

Aldo si sent? ferito nella sua dignit?.

-- Questo paragone, poi.... -- esclam? egli, rizzando la testa.

-- Per caso, -- ripigli? la signora Camilla, -- vorreste essere paragonato piuttosto ad un raccoglitore di francobolli?

-- Non ? pi? di moda; -- rispose Aldo, mordendosi le labbra. -- Quantunque, anche un francobollo, per metterlo sopra una lettera.... nella quale io vi dicessi....

-- Ho capito, -- interruppe la signora, -- ho capito. Quello che gli uomini dicono a tutte le donne che hanno la bont? di lasciarselo dire. No, no, signor De Rossi, smettete; non mi fate prendere in uggia i francobolli.

-- A Dio non piaccia; -- rispose Aldo, stizzito. -- Son tanto carini, i francobolli! --

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