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Munafa ebook

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Read Ebook: Women in white raiment by Lemley John

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Ebook has 1506 lines and 86895 words, and 31 pages

La marchesa mi guardava col suo occhio profondo pieno d'amore; i lunghi sguardi ch'ella mi volgeva tradivano la pi? viva passione.

Io ne ero certo lusingato e felice; ma non avrei voluto per nulla al mondo che Fulvia si accorgesse che io... cio? che la marchesa aveva il cuore preoccupato. E per? le ricordai che quando volesse ritirarsi, ero a' suoi ordini.

Ella si trattenne sino alle dieci soltanto. Mentre uscivamo. Vittoria mi strinse la mano e mi susurr?:

--Tornate?

Io le risposi con un cenno affermativo; ma nella mia alta prudenza avevo gi? deciso che non tornerei. Fulvia poteva aver concepito qualche sospetto, ed io sentivo di doverla persuadere, pel decoro della donna mia, che il mio cuore... cio? che il cuore di Vittoria era completamente libero. E per?, rientrato con Fulvia all'Albergo Milano, posai il cappello coll'aria tranquilla d'un uomo cui nulla fa premura, deciso a trattenermi.

Vittoria avrebbe dovuto essermi riconoscente di quel sacrifizio fatto al suo decoro.

La giovane mi guard? un momento con meraviglia, quasi aspettando che mi congedassi. Io sedetti accanto alla sua tavola, e mi posi a sfogliare un albo. Ella allora mi offerse un sigaro, e si pose a sedere dall'altro lato del tavolino.

Per verit?, bench? non ci mettessi interessamento di sorta, il tempo mi pass? veloce tenendo dietro alle matte scorribande di quel cervellino per le vie pi? torte della fantasia.

Quel poco che sapeva del mondo lo presentava in modo affatto nuovo; aveva il dono di sorprendere sempre. Quando la lasciai erano le undici, e dovetti confessare a me stesso che uno spirito elegante e sereno, per chi non avesse come me un'altra passione, pu? piacere non meno che un'immaginazione vaporosa e sentimentale.

Certo, Giorgio Albani, col suo cuore entusiasta correva pericolo di perdere la pace, frequentando quella giovane. Compresi che, a preservare l'amico mio da una passione che potrebbe costargli delle amarezze, era mio dovere condividere con lui la compagnia dell'artista; e, quando uno di noi dovesse rimanere solo con lei, era meglio che restassi io, che nel mio impegno con Vittoria aveva una salvaguardia.

Il giorno dopo cominciai, coll'eroismo dell'amicizia, a passare tutte le m?e ore di libert? presso Fulvia.

Giorgio era sempre con noi; veniva insieme e partivamo insieme. Egli le lanciava sguardi appassionati; la circondava d'ogni maniera di premure; e quando parlava con lei aveva persino un'altra voce; trovava delle note profonde di petto che non avevo mai conosciute nella sua scala vocale.

Un giorno, uscendo da pranzo con un amico, incontrai Fulvia tutta sola che camminava a passi accelerati in via del Monte Napoleone dirigendosi verso il Corso. Presentai l'amico a lei, lei all'amico, e dalla presentazione emerse, sempre nuovo come la Fenice della favola, il famoso complimento:

--Ho tanto piacere di fare la sua conoscenza, col rispettivo:--Il piacere ? tutto mio.

Ma per verit?, se vi fu momento in cui Fulvia non mi diede grande idea del suo spirito, fu quello; tanto pi? che, nel pronunciare quel supremo dei luoghi comuni, la vidi arrossire come una collegiale.

--Qui c'? del torbido, pensai; e quindi le chiesi dove fosse diretta.

--Dalla signora Melli, mi rispose, e continuava ad arrossire.

Io avevo tutta la stima di quella giovane, ma non ero tanto ottimista da attribuire quel rossore e quella subita paralisi del suo spirito alla soggezione che poteva inspirarle uno sconosciuto. E per?, non per curiosit?, n? per interesse mio proprio, ma per l'interesse di Giorgio che evidentemente l'amava, volli accertarmi se realmente andasse dalla signora Melli, o se vi fosse qualche mistero di mezzo.

Lasciai ch'ella voltasse l'angolo del Corso, e quindi congedatomi dall'amico le tenni dietro.

La signora Melli abitava una delle case del corso Venezia, tra la via Monte Napoleone e la chiesa di San Carlo. Appostandomi nel caff? dell'Europa, che ? in faccia alla chiesa, avrei potuto vedere uscire Fulvia dopo la sua visita, se realmente era diretta dove aveva asserito.

Ma mentre passavo dinanzi alla casa in questione per dirigermi al caff?, ecco Fulvia che usciva dalla porta.

Ella mise la pi? lusinghiera delle esclamazioni al vedermi.

Quella rapida uscita non era entrata per nulla nelle mie previsioni; vidi che era lieta d'incontrarmi ancora.

--La civettuola!--cominciai a recriminare internamente--gioisce di trovarmi qui. Si figura che la stia aspettando pei suoi begli occhi. Come sono vane le donne!

La signora Melli non era in casa. Proposi a Fulvia di fare una passeggiata. Ella accett?, e risalendo il Corso ci dirigemmo verso Porta Venezia.

Non so come avvenisse, che, durante quella passeggiata, ci trovammo a parlare d'amore, a teorizzarvi intorno, a fare della metafisica sentimentale. Certo fu lei a mettere il discorso su tale argomento. Le donne non sanno parlar d'altro.

Per pura cortesia io dovetti secondarla, ed in breve c'ingolfammo in uno di quei laberinti di ragionamenti da cui non c'? filo d'Arianna che ci tragga.

Mi sarebbe impossibile dire da che punto partimmo, e dove ci condusse la discussione, sebbene ne abbia in mente molte parole e persino il suono della voce di Fulvia nell'atto che le pronunciava; ma l'ordine mi sfugg?; forse perch? il discorso non ne aveva.

Si parlava d'incostanza. Fulvia mi disse:

--Convenga che noi abbiamo creato questa parola, e l'abbiamo schierata tra le colpe nel codice dell'amore, mentre non ? che un fatto naturale. Forse l'amore ? un episodio tempestoso; non altro. Due persone s'incontrano; dopo un tempo pi? o meno lungo s'accorgono d'amarsi; se lo dicono; sono felici di quel sentimento: ma quello stato d'esaltazione non dura, e, cessata l'esaltazione, ? cessato l'amore. La costanza, che si traduce in quell'affetto lemme lemme, da cui sono avvinti gli sposi, ? un portato della civilt?, e ne abbiamo bisogno per la tutela della prole. Ma in natura non esiste. Ed infatti vediamo che tutti gli animali si amano per un dato periodo di tempo poi diventano stranieri gli uni agli altri.

Disse tutto ci? con molta seriet?; ma quando io volli rispondere per combattere codeste idee, esclam?:

--Mio Dio, come siamo ridicoli a voler ragionare sul sentimento, e definirlo! Ognuno lo prova in un modo speciale ed agisce in conseguenza.

--Come tutto questo ? volgare e brutale! diceva. Subordinare la passione al calcolo preventivo dei bisogni della societ?! Profanazione! dov'? il Cristo che scacci i mercanti dal tempio? Il sentimento ? l'essenza divina che il soffio di Dio ha infuso nell'uomo. Accettiamolo com'?.

Io parlavo coll'eloquenza della convinzione, che ? pure la chiave del successo. E nondimeno ella si aggrappava sempre pi? alla sua strana teoria, ed io non potei rimovernela d'un punto.

Fulvia mostrava troppa potenza d'amore e di sacrifizio, perch? quelle idee fossero inerenti al suo carattere. L'amore in lei doveva, una volta nato, assorbire tutto il suo essere, sovrapporsi ad ogni interesse, ad ogni considerazione, non colla sfrontatezza che calpesta le leggi, ma colla nobile abnegazione che persiste, e vince.

Credetti comprendere che circostanze speciali non le permettessero la speranza d'un amore pi? completo, ed ella si adoperasse ad idealizzare quel poco che le veniva concesso, tanto per rapire la sua fugace scintilla al fuoco celeste.

Ma quali fossero queste circostanze, non mi riesciva d'immaginarlo.

Un'artista giovane, libera, corteggiata, perch? non potrebbe amare? perch? non potrebbe vagheggiare di unirsi per sempre all'uomo amato? Forse un punto nero nel suo passato non le permetteva di abusare della fede d'un uomo d'onore!

Ma tutto in lei si opponeva a questo sospetto.

Da tutti i suoi atti, da tutte le parole traspariva la confidente lealt? della donna onesta.

Tuttavia, per l'interessamento che m'inspirava l'amico mio, sentivo il bisogno di scrutare pi? profondamente l'animo di Fulvia.

--Giorgio ? innamorato di lei, nevvero? le domandai senza altri preamboli.

--Non mi ha mai detto questo.

--Non l'ha detto, ma l'ha fatto comprendere.

--Non so. Io non mi occupo d'indovinare sciarade.

--Sia sincera, Fulvia, mi dica la verit?. Crede che Giorgio l'ami?

--Non posso dirle ch'io lo creda propriamente; ma certo se non mi amasse, sarebbe un gran commediante.

--Dimostra di amarla molto dunque?

--Prende tutte le apparenze d'un sentimento profondo e represso.

--Represso?

--Certo. Represso.

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