Read Ebook: Le confessioni di fra Gualberto by Barrili Anton Giulio
Font size: Background color: Text color: Add to tbrJar First Page Next Page Prev PageEbook has 631 lines and 40244 words, and 13 pagesA frate Anselmo ho confessati i miei falli, non disvelato tutto me stesso. Qui lo far?, al vostro cospetto, o Signore. Se alcuna delle mie parole sentir? troppo degli ardori della carne, non vi sdegnate con me. Fu opera vostra questo fervido cuore, n? io maledir? ai vostri doni. L'anima rassegnata vi ringrazia delle afflizioni e vi domanda la pace del sepolcro. Dir? il mio nome, io che nulla feci di utile, io che, venuto meno a tutte le impromesse della mia giovent?, lo recai oscuro alle porte del chiostro? In penitenza della smarrita via lo dir?: Gentile Vivaldi fu il mio nome tra gli uomini. Chiari furono i miei maggiori, e nella patria loro, a cui prego concordia e temperanza pari alla grandezza di sue fortune, tennero amplissimi uffici, sebbene, la pi? parte, amarono le ardite intraprese ed anteposero il mare alla terra. L'aquila dei Vivaldi s'allegr? nella vista dei flutti; fu chiamata sovra essi da un'arcana virt?, siccome l'ago calamitato ? attratto dalla stella polare. Che avvenne egli mai? Ruppero miseramente le galere sulle ultime rive africane? O, ricondottesi in alto, le imprigionarono i mari di alighe, terribili al nocchiero per le loro calme insidiose? O, pi? felici, afferrarono l'isola di San Brandano, che molti videro e a cui nessuno approd?? Comunque sia, glorioso e fatale alla mia gente fu il mare. Anche di Benedetto, mio padre, partito nell'anno 1326 a discoprire nuove terre insieme con Angelino del Moro, non si ebbe pi? nuova sicura. Vissi parecchi anni in tal guisa. La mia patria, guasta da intestine discordie, non aveva lusinghe per me. Il mare erami divenuto patria, il mare che era mio fino a tanto io non diventassi suo. Avido dell'ignoto, che gi? aveva inghiottito alcuno de' miei, amavo su tutti gli altri i flutti che ruggivano oltre lo stretto di Septa. Col? in altri tempi era stata l'isola d'Atlantide, di cui narrarono i sacerdoti egiziani a Solone, cos? vasta che pi? non sono Asia e Libia riunite, e un giorno sommersa per virt? di tremuoto, insieme col suo gran popolo di conquistatori. Che rimase egli della gran terra? Poche isole deserte di rincontro allo stretto. Ma forse pi? oltre, chi sa?... Seneca lo ha scritto; giorno verr?, sebben tardi, che l'Oceano rallenti i suoi vincoli e un'ampia regione si mostri; un altro nocchiero discoprir? nuovi mondi, n? pi? tra le terre conosciute sar? ultima Tule. Quel mare io correvo; dai confini dell'Africa, donde si tolgono le resine e le polveri preziose che tutta Europa dimanda, risalivo alle coste d'Iberia e di Lusitania e su fino ai porti di Fiandra, ove gli aromi della famosa terra del Sole si mutano coi famosi tessuti, sfoggio delle nobili case. Di l? veleggiavo all'Inghilterra, ricca cosiffattamente di lane, che spesso incontri monistero o badia che possa fornirti il carico intiero. Dell'Inghilterra erami sopra modo piaciuta la citt? di Bristol, che siede dalla parte occidentale, nella contea di Glocester. ? dessa un ragguardevole emporio, presso a due fiumi, che uniti scorrono per lunga e profonda foce al mare, di guisa che le navi hanno agio di avvicinarsi alla citt?, risalendo il canale. Nobili edifizi l'adornano, tra i quali l'abbazia di Santo Agostino, stupendo lavoro d'architetti normanni. Col?, nel luogo sacro al raccoglimento e alla preghiera, mi venne veduta la donna che prima ed ultima amai. A venticinque anni, io non aveva ancora sperimentati i colpi d'amore. Niente era ignoto delle umane lusinghe alla mia libera giovent?; ma l'arcana dolcezza, che c'inonda come celeste rugiada, alla vista d'una donna, di una sola tra tutte, ma la fiamma intensa che affina il desiderio e lo eterna, come sacro fuoco nel profondo del cuore, erano cose nuove per me. Un affetto mi ardeva, il mare; una sete, l'ignoto; ad altro non si volgeva, di null'altro curava il mio spirito. Possanza effimera, pace in un punto rapita! Lo ricorder? sempre; era un bel d? d'aprile, e la primavera, confortata dai raggi d'un benigno sole, alitava d'intorno le sue aure tepide e molli. Non triste, poich? nessuna cagione di tristezza poteva albergarmi nell'animo, ma tranquillamente pensoso, siccome l'uomo che, solingo in terra, consideri il suo cammino vitale, su cui non appariscano stagioni n? meta, m'ero ridotto nella chiesa del glorioso apostolo dell'Inghilterra, mentre i monaci salmeggiavano intorno all'altare e una sacra armonia accompagnava le note. Si udiva col? lo strumento maraviglioso, che ? detto organo, e migliore a gran pezza che non fosse il celebratissimo della chiesa di Westminster, imperocch? questo di Sant'Agostino era pi? recente opera di un frate del monastero, e, come gi? allora in alcuni organi d'Italia e di Lamagna, vi si ammiravano pi? ordini di voci gravi ed acute, e tra essi l'umana, che ? veramente angelica cosa. Molti cittadini, e dei maggiorenti della terra, convenivano al tempio per ascoltare i suoni di quella voce, che, cercando ogni fibra, si ergeva solennemente a Dio, portandogli, raccolti in un inno di lode, tutti i commovimenti e l'estasi degli uditori. La musica ? anch'essa una preghiera; quel misto di desiderio e di appagamento, quell'incognito indistinto di soavi tumulti e di rapimenti dell'animo, bene risponde ai sensi della creatura, allorquando ella si raccoglie e si concentra in s? medesima, per innalzarsi al suo Dio. E in quella che io chiamer? onda, vapore, incenso di melodia, vidi l'angelica donna. La vidi? Meglio sarebbe il dire che n'ebbi come un bagliore negli occhi. Stava ella dall'altra banda del tempio, ove si raccolgon le donne, in pi? ritta nel vano d'un arco della grande navata, poco lunge dalla tribuna. La manca chiusa in un guanto di Spagna, che saliva a coprirle il polso e una parte del braccio, poggiava sopra lo scannello dell'inginocchiatoio, mentre la destra, raccolta al petto, si ripiegava su d'un uffiziuolo, ornato di bei fermagli d'oro. Come fosse bella, m'? impossibile il dire. Da lunghi anni la sua immagine ? scolpita nel mio cuore; il pensiero se la raffigura ad ogni istante, ma le parole non reggono al paragone. Aveva neri i capegli e lucenti sotto lo zendado bianco, in cui erano a mezzo ravvolti; n? lo zendado agguagliava la candidezza del collo, cui scendeva a carezzare co' suoi lembi ricadenti. La fronte ampia, nitida e perlata, su cui scintillava uno smeraldo raccomandato ad una sottil catenella d'oro, mostravasi illuminata da un mite raggio di sole, che rischiarava la profondit? di due grandi occhi neri, e faceva risaltare i delicati e in un grandiosi contorni del viso, i morbidi alabastri delle guancie e il corallo tenero delle labbra semichiuse, donde pur mo' era esalata la preghiera. Niente dissimulava la rilevata leggiadria della persona, n? cappuccio, n? manto, che forse avealo qualche paggio, o donzello, preparato in sull'uscio; la cotta, che era di sci?mito verde divisato a fogliami, stretta al corpo da una cintura sprangata d'oro che s'annodava sul lato sinistro, donde pendeva la borsa di drappo cremisino trapunta di bisantini, si rigirava sul fianco tondeggiante, e qui si partiva in picciole pieghe, le quali si veniano man mano allargando e si voltavano a strascico. Certo ell'era donna d'alto lignaggio; ma, cos? bella e superbamente ornata, non appariva altrimenti lieta. L'atto suo era di meditazione; ma que' grandi occhi neri guardavano essi l'altare, o non per avventura pi? lunge? A me parve in quel punto cosa pi? che mortale; bellezza di cielo venuta in terra a mostrare miracolo che sia, anima prigioniera che anela a lontane regioni e si perde nella contemplazione d'una vita arcana, d'un mondo invisibile, che ella indovina, o ricorda. E rimasi lungamente estatico a riguardarla; non vidi nessuno, n? intorno a me, n? pi? oltre. La chiesa era splendida e buia; sole e tenebre nell'ampio recinto; luce dov'ella era, oscurit? in ogni altro luogo; o, per dire pi? veramente, era dessa la luce , e quella gran luce copriva, offuscava, nascondeva intorno intorno ogni cosa. Quanto durasse quella mia contemplazione non so. Ben m'avvidi ad un tratto che l'organo taceva e i sacri canti del pari; il tempio era quasi vuoto, la celeste visione sparita. Restai come trasognato alcun tempo, indi corsi, volai all'aperto, ma senza vederla altrimenti; quantunque errassi a lungo per le vie pi? nobili della citt?, dove mi sembrava ragionevole che ella avesse dimora. Del resto mi venni chetando, ch? il colpo, sebbene gagliardo, era troppo recente, perch? io gi? sentissi le trafitture della ferita, e poi, in simili congiunture, pari ai silenzi precursori del nembo, l'uomo sente tal fiata il bisogno di raccoglier gli spiriti. Io indagavo me stesso; sentivo con stupore, per la prima volta, e di punto in bianco, la mia vita esser piena di qualche cosa, e, quantunque non potessi farmene ancora un giusto concetto, oramai volta ad un fine; frattanto sorbivo la volutt? delle prime speranze, divisavo nell'animo gli ostacoli vinti, i pericoli superati, le gioie ottenute. Non pigliai lingua da nessuno; ai mercatanti che conoscevo in citt? non chiesi contezza di lei, n? indizio anco lontanamente inteso a scoprirla: ch? mi sarebbe parso di profanare con atti volgari il dolcissimo sentimento nato quel d? nel mio cuore. Presi in quella vece ad andare ogni giorno alla chiesa, sempre sperando e mai non venendo a capo di rivedere la bella sconosciuta. Che era egli accaduto? Forse inferma? O il mio rapimento era stato notato? Imperocch?, anche ci? era possibile; se cos? ero stato io fuori di me, da non avvedermi del finire degli uffizi divini, la mia estasi aveva certamente potuto dar negli occhi ai vicini, e a qualche geloso tra essi. E cotesto, intravveduto da prima, indi ricisamente paventato, mi fece pi? guardingo e peritoso a chieder di lei. Infine, pi? non la vidi. Sogno svanito! -- dissi un giorno tra me. Pazienza, povero illuso! L'Oceano vuol la sua preda; torna al tuo mare, torna al tuo vecchio amore, che ti perder?, non dubitare, come potrebbe perderti l'amor d'una donna. -- Messere -- mi disse egli nella sua favella sassone -- una parola, se vi aggrada. Il suo aspetto e la scioltezza dei modi mi piacquero, e col gesto amorevole, pi? assai che colle parole, gli accennai che parlasse. -- Mettete voi alla vela? -- mi chiese egli allora. -- Domani; -- risposi. Egli rimase alquanto perplesso; indi mi volse un'altra domanda. -- Avete bisogno di marinai? -- No; -- dissi a lui -- ne ho pi? che non occorra per una nave di carico. -- Ci? detto appena, vidi un'aria di cos? grande scoramento dipingersi sul volto del giovine, che n'ebbi compassione ad un tratto. -- Non mi sembrate povero -- soggiunsi, come per temperare a' miei occhi medesimi l'asprezza del diniego. -- No, veramente, non sono; -- rispose egli con un sorriso, che volea mostrarmi come da quel lato non ci fosse nulla a temere; -- vi dir? anzi che sono ricco; pel mio stato, s'intende; ch? invero, se fossi stato pi? ricco -- prosegu?, mutando il sorriso in un mezzo sospiro -- sarei oggi pi? felice d'un conte. -- Il suo fare m'andava sempre pi? a genio, e, per non aver aria di dargli tosto commiato ed anche per offrirgli agio a dirmi in qual guisa potessi tornargli utile, entrai a fargli qualche dimanda a mia volta. -- Il vostro nome? -- Bob. -- Roberto, dunque. -- S?, Roberto; ma i miei compagni mi dicono Bob, il che riesce pi? spiccio. -- Avete navigato a lungo? -- S?, parecchio tempo, sulle galere del re. -- Come gentiluomo di poppa -- diss'io che avevo notato pur dianzi le sue mani bianche e leggiadre. Diede egli un subbalzo a quelle inaspettate parole e mi guard? con un piglio tra maravigliato e scontento. -- Messere -- proseguii, rispondendo alla muta dimanda de' suoi occhi -- le vostre mani vi accusano. -- Riavutosi dalla sua confusione, ed afferratami la destra, che io gli avevo cortesemente profferta, il giovine Bob mi trasse alquanto in disparte verso il tendaletto di poppa. -- Siete gentiluomo? -- mi chiese. -- Nella mia patria non conosco chi mi vada innanzi per nobilt? di lignaggio. -- Voi, dunque, non mi tradirete -- soggiunse egli esitante. -- Serbate il vostro segreto, messere, se ci? temete di me -- risposi asciuttamente e in atto di por fine alla conversazione. -- Ah, perdonate! -- sclam? egli allora con accento commosso. -- Non ? gi? che io dubiti della vostra fede; ma il caso mio.... Infine, vi dir? tutto; son gentiluomo, e mi chiamo.... -- Non vo' saperlo, il vostro casato; -- interruppi. -- Ditemi che cosa io possa fare per vostro servizio, e basta. -- Vorrei lasciare l'Inghilterra, e vi chiedo ospitalit? sulla vostra galera. Dimandate pel tragitto quanto vi aggrada; pagher?. -- Non parliamo di ci?. Ditemi, invece, messere: avete voi ucciso slealmente, o contraffatto in altra guisa all'onore? -- No, lo giuro nel nome di S. Giorgio e della mia dama. -- Ma... -- aggiunse egli, mentre s'era inchinato per rendermi grazie -- io non vi ho detto ogni cosa. -- Che altro? -- Non sarei solo -- rispose. -- Ah capisco, -- esclamai sorridendo -- la dama! -- S?, una dama che condurrei meco; ma non gi? quale l'argomentate, sibbene la pi? caramente diletta delle sorelle. Uditemi, messere, -- prosegu? Roberto abbassando la voce, quasi temesse d'essere udito dalla ciurma -- la ? una dolente storia, la nostra. Non ho che lei, di mia casa, e per nissuna cosa al mondo mi ridurrei a farla infelice; Edoardo, il nostro graziosissimo re, che Dio guardi, ha giurato che ella andr? in moglie ad un potentissimo barone di questa contea, che l'ha veduta e n'? fieramente invaghito. Ella abborre da queste nozze e il Plantageneto vuol contentare il suo cortigiano, su cui fa assegnamento grande per l'impresa di Francia, la quale, come non vi sar? ignoto, sta per essere mandata innanzi colla maggior diligenza e vigore. Ed eccovi perch? io tremo, perch? tento di fuggire, io, involto nella sventura che il feroce amore di un possente chiam? sulla nostra famiglia, io, minacciato della prigionia se non user? la mia autorit? di fratello, di padre, in obbedienza ai comandi reali; ed ecco perch? mi rivolgo a voi per aiuto, anzich? ad un suddito d'Inghilterra. La vostra nave mi ? apparsa ieri come una tavola di salvezza ad un naufrago. Che altro vi dir?? Ve ne supplico in nome della donna che amate, calateci sulle rive di Francia e abbiate la mia gratitudine eterna e quella di Anna. -- Non amate voi? -- Amo, s?, amo quanto si possa amare in terra, ma senza essermi appressato mai alla donna dei miei pensieri e senza speranza alcuna di vederla pi? oltre. Vi fa meraviglia? Noi, scorridori dell'onde, ci abbiamo di questi amori sconsolati, stelle lucenti che ci guidano inconscie nella solitudine dei mari e nell'orrore delle tempeste. Ma non parliamo di me; quando v'imbarcherete? -- Voi partite domani a sera, diceste? Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page |
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