Read Ebook: Rogo d'amore by Neera
Font size: Background color: Text color: Add to tbrJar First Page Next Page Prev PageEbook has 965 lines and 41283 words, and 20 pages-- Voi che siete poeta spiegatemi un po' questa faccenda del filtro. Non lo ha mica chi vuole! Il cachinno si alz? di un tono nella barba irrequieta e qualche parola stava per accompagnarlo quando la marchesa impazientita soggiunse: -- ? poi diventata cos? magra che non si capisce come possa interessare ancora gli uomini. -- Eh! Eh! -- fece il gobbetto. -- Non ? la vostra opinione? -- La mia opinione, cara ed eccelsa amica, se pur volete attribuirle un qualsiasi valore, ? che agli uomini piacciono tanto le magre quanto le grasse; le grasse per quello che vedono, le magre per quello che sperano. -- Ma la bocca, guardate quella bocca tra due parentesi.... Rispose il gnomo con pupille scintillanti di malizia: -- Non ? tra parentesi che si dicono quasi sempre le parole pi? significative?... In appoggio all'assioma egli si curv? all'orecchio della marchesa mormorando qualche cosa che dovette porla di buon umore perch? diede subito col suo ventaglio un piccolo colpo secco tra la mano e la barba del fauno audace. I dialoghi si annodavano e si snodavano cos? nell'ampia sala smuovendo i gruppi, accostando le simpatie, dando esca alla curiosit?; mobili, leggeri, superficiali, privi di interesse qual si conviene ad una societ? bene educata; e scialbi, tranne le brevi osservazioni maligne scambiate rapidamente o le piccole frasi a doppio senso gustate con lentezza dagli uomini che si piacevano a scrutarne l'effetto sul volto delle signore, come gi? ne erano andati indagando la commozione suscitata dal duetto di Tristano e Isotta. Quella sera pi? del consueto tale disposizione erotica fermentava nell'ampio salotto accolta dalle signore, non solo, ma quasi incoraggiata con una disinvoltura equivoca, con una sfida al pudore dove erano in proporzioni per lo meno eguali una certa spavalderia di emancipazione ed un oscuro rimescol?o di sensi eccitati. A tratti qualche parola pronunciata qua e l? avrebbe potuto dare appigli ad argomenti diversi, ma l'attenzione non si arrestava. Nessuno voleva occuparsi di cose serie notoriamente noiose. Il piacere era nell'aria; era nel volto sornione dei vecchi, era negli occhi pronti dei giovani, era nel palpito che faceva ondeggiare i leggerissimi veli sul seno alle signore e rendeva le loro labbra un poco aride e inquiete, mentre tutta la persona eretta in posa di sfinge si offriva sicura all'indagine. Stava appeso alla parete principale del salotto un grande arazzo rappresentante la sete dei Crociati sotto Gerusalemme. Le due teste avvicinate della signora vestita di lilla e dell'ufficiale delle guide ne mascheravano il gruppo di mezzo dove era un soldato morto di una verit? impressionante; e per tutto all'ingiro giacevano corpi straziati dallo spasimo, pupille rivolte al Cielo nella disperazione di un'ultima preghiera; ed elmi, scudi, lancie denudate sotto la luce gialla del sole, in vista delle mura fantastiche smerlate sopra un cielo di cobalto che i punti dell'arazzo picchiettavano minutamente. Ma il piacere dell'istante si moltiplicava intorno alla strage trapassata; similmente passeggiano gli amanti nei viali di un cimitero abbandonato. Luceva il desiderio come ala iridata di farfalla in certe pupille tremule inesperte, mentre cauto se ne stava appiattato in fondo ad altre nell'occulto ansare della febbre che rade la superficie di uno stagno; e vivido balzando da altre ancora correva incontro all'occasione colla sfacciataggine di una girandola accesa improvvisamente. A un certo punto, poich? divisi erano i gruppi ma un filo invisibile li legava s? che tutti sobbalzavano se uno dei capi veniva scosso, la curiosit? si rivolse ad una discussione sorta fra la padrona di casa ed uno de' suoi ospiti a proposito di un libro recentemente processato per accusa pornografica. Quell'argomento fu come una scudisciata sui lombi di poledri liberi. Tutti si slanciarono, chi difendendo, chi accusando. Buona parte delle signore protest? di non avere letto il libro, ma tutte ne erano edotte: la marchesa che sola non ne sapeva nulla se ne inform? premurosamente dalla giovane signora vestita di bianco, la quale pot? darle schiarimenti precisi per averlo letto, disse, senza accorgersene. Alcuni uomini dalle attigue sale si fecero sulla soglia del gran salotto ascoltando. La padrona di casa che aveva preso l'attitudine della lettrice scandolezzata citava abbondantemente per giustificare la propria indignazione; il suo competitore citava anche di pi?, citava passi di libri antichi, di libri celebri che non erano stati processati, invocando i diritti della natura, la libert? del pensiero, l'arte.... Negli angolucci remoti, dietro paralumi color di rosa, grosse parole cadevano in piccole orecchie. Una tensione nervosa turbava oramai uomini e donne; pi? avanti di cos? non si poteva andare. Eppure sembrava che per una occulta attrazione malsana fermarsi non fosse possibile. L'aria era satura di tutta la leggerezza, di tutta la volgarit? che quelle persone educate sapevano una per una nascondere quando fosse necessario, ma che riunite insieme si accalorava, esalando ognuna l'intimo istinto fino a formarne un vapore denso di nausee inafferrabili, ondeggiante fra l'arazzo storico e i bronzi antichi, saliente su per i serici cortinaggi nel tremolio degli specchi a raggiungere i preziosi dipinti della v?lta, pallidi sotto il raggio lunare delle lampadine elettriche. Nascosta nell'ombra del piano dove si era intrattenuta fino allora a sfogliare musica una persona, una donna, soffriva di quell'afa fino ad averne mozzo il respiro. Nata e vissuta in quella societ? non era la prima volta che la assaliva il sentimento nostalgico di sentirsi straniera, ma il concorso delle circostanze sembrava quella sera aggravarlo di tutti i fondi impuri vanamente celati sotto l'orpello delle belle maniere e pi? che mai stridente la sua sensibilit? gemeva nell'urto fra tanta ricchezza di decorazioni e s? povero, s? meschino, s? basso palpito d'anime. -- Se nemmeno il Tribunale ha diritto di far cessare lo scandalo, che cosa dobbiamo fare noi donne oneste? A tale interrogazione profferita con petulanza dalla padrona di casa la persona si alz? nell'ombra del piano, per parlare, per dire una parola che le bruciava le labbra, ma nel medesimo istante, dal lato opposto della sala, una voce d'uomo calma e severa rispose: -- La sola cosa da fare ? non parlarne affatto. La persona si scost? allora dal piano, usc? dall'ombra, guard? in fondo alla sala meravigliata colui che aveva saputo alzare una protesta collo stesso pensiero, quasi colle stesse parole che ella stava per pronunciare, che appunto ella voleva dire essere in tali casi il silenzio la migliore difesa del pudore. Guard?, vide un volto ignoto, meglio del volto sent? l'anima nella voce, e fra tanta gente nota ed amica, l? dove si era svolta fino allora la sua esistenza, tra gli oggetti famigliari che costituivano il suo mondo, quell'ignoto, quello solo, le parve che da altri mondi, da altre vite venisse a recarle un verbo inutilmente sognato poich? in lui solo si era ripercosso il grido di rivolta della sua sensibilit? offesa, in lui solo. Di nuovo i gruppi si suddivisero, riprese il parlottare a voce bassa; le signore pi? giovani incominciarono a girare offrendo tazze di th? e sorrisi; molti uomini si dispersero nelle altre sale; qualcuno consult? l'orologio furtivamente; la signora vestita di lilla trasse pure furtivamente dalla borsetta a maglie d'oro che le pendeva al braccio un minuscolo oggetto che si fece passare sulle guancie e sul collo. Nel vano di una finestra la signora dall'abito bianco rispondeva alle insistenze di un giovinotto che la stringeva da presso: -- No, domani non posso. -- Dopo domani? -- Nemmeno. -- Allora, quando? Pass? un vassoio di gelati. La padrona di casa ne offerse ad una vecchia signora della quale nessuno si occupava. -- A Parigi, a Parigi, bisogna andare a Parigi. Cosa volete mai trovare qui da noi! -- strillava di mezzo a un crocchio il milionario plebeo dalla testa a noce di cocco. -- L'Italia ? l'ultima delle nazioni. -- Grazie, non prendo th?, non potrei dormire. -- La terza in prima fila, vestita da libellula. -- Il quindici per cento, scherzi? -- Non porto busti al di sotto delle cinquanta lire. A un tratto sull'incrocio delle frasi che volavano di gruppo in gruppo si alz? da una delle sale adiacenti un suono di voci alte e concitate come di rissa. Tacquero le ciarle per incanto e si affollarono gli usci. Sulle prime non si comprese bene di che cosa si trattasse. Una voce angosciosa grid?: -- Ritiri quella parola, la prego. Una voce secca rispose: -- Non ritiro nulla. Allora la voce di prima pronunci? una frase che and? perduta nel tumulto di sedie rovesciate e di esortazioni: basta! basta! Qualcuna fra le signore si spavent?. Il signore alto dai capelli grigi che rispondeva al titolo di principe, facendo loro baluardo del proprio braccio, riusc? ad allontanarle respingendole verso il salotto principale. -- Calma, calma, non sar? cosa seria. Ma si voleva sapere. Un tumulto simile in quell'appartamento signorile era troppo fuori delle abitudini. La padrona di casa si mostrava indignatissima: -- Ma che credono, di essere in piazza? -- E chi grida infine? Odo la voce del tenente.... -- No, piuttosto del barone.... -- Forse una querela di giuoco.... Il milionario plebeo irruppe improvvisamente nel gruppo femminile che il principe aveva allontanato dal campo di battaglia. -- E cos?? E cos?? -- Pare impossibile, -- chiocci? il giovane sollevando le spalle strette e allargando le braccia con tutti i segni della sorpresa. -- Che avviene dunque? -- Una sfida, nientemeno. Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page |
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