Read Ebook: Il richiamo della foresta by London Jack D Uli Gian Translator
Font size: Background color: Text color: Add to tbrJar First Page Next Page Prev PageEbook has 451 lines and 45836 words, and 10 pagesEgli era vinto ; ma non fiaccato. Vide, una volta per sempre, ch'egli non aveva alcuna probabilit? di vincere contro un uomo armato di mazza. Aveva imparato una lezione, che non dimentic? pi? per il resto della vita. Quella mazza era una rivelazione. Era la sua presentazione nel regno della legge primitiva, e s'avanz? ad incontrarla a mezza via. I fatti della vita assumevano, ora, un aspetto terribile; ma, affrontando quel nuovo aspetto, indomito, egli l'affrontava con tutta la penetrazione viva della sua natura risvegliata. Col passar dei giorni, arrivarono altri cani, in gabbia o al guinzaglio, alcuni docili e altri, ringhiando e digrignando i denti, come era capitato a lui; e li vide tutti passare sotto il dominio dell'uomo dalla maglia rossa. E ogni volta che assisteva a quello spettacolo brutale, Buck ripensava alla sua lezione: un uomo con una mazza era uno che dettava legge, un padrone da ubbidire, bench? non fosse necessario, riconciliarsi con lui. E a questo riguardo, Buck non fu mai colpevole; bench? avesse visto dei cani bastonati divenire servili con l'uomo, e agitar la coda e leccargli le mani. Vide pure un cane, che non voleva n? conciliarsi n? obbedire, essere alla fine ucciso nella lotta di sopraffazione. Di tanto in tanto venivano degli uomini sconosciuti, che parlavano concitatamente, pieni di moine, e in vario modo con l'uomo dalla maglia rossa. E allorch? del danaro passava tra loro, gli sconosciuti conducevano via uno o pi? cani. Buck almanaccava dove potessero andare, perch? non tornavano pi? indietro; ma aveva un gran timore dell'avvenire, ed era soddisfatto, ogni volta, di non essere prescelto. Ma infine giunse il suo turno, col presentarsi di un omino aggrinzito che parlava un inglese scorretto e vomitava molte strane e pazze esclamazioni che Buck non poteva comprendere. -- Trecento, e un regalo in pi?, -- fu la pronta risposta dell'uomo dalla maglia rossa. -- E giacch? il danaro ? del Governo, non avremo da questionare, eh, Perrault? Perrault fece una smorfia. Considerato che il prezzo di cani era stato oltremodo elevato dalle numerose richieste, non era quella una somma esagerata per un animale cos? bello. Il Governo Canadese non ci avrebbe perduto, n? avrebbero i suoi messaggi viaggiato pi? lentamente, per ci?. Perrault, che se ne intendeva di cani, quando aveva visto Buck s'era accorto che quella era una bestia che si distingueva tra mille. -- Uno tra diecimila. -- pens? mentalmente. Buck vide del danaro tra i due, e non fu sorpreso allorch? Curly, una piacevole terranova, e lui furono condotti via dall'omino aggrinzito. LA LEGGE DELLA MAZZA E DEI DENTI Il primo giorno che Buck pass? sulla spiaggia di Dyea fu come un incubo. Tutte le ore erano piene di mutamenti e di sorprese. Egli era stato improvvisamente strappato dal cuore della civilt? e gettato nel cuore delle cose primordiali. Non era questa una vita pigra baciata dal sole, senz'altro da fare che bighellonare e annoiarsi. Qui non vi era n? pace, n? riposo, n? un momento di sicurezza, ma tutto era confusione ed azione, e ogni momento la vita e le estremit? del corpo erano in pericolo. Vi era la necessit? continua e imperativa d'essere sempre vigile; ch? quegli uomini e quei cani non erano uomini e cani di citt?, ma esseri selvaggi, tutti, che non conoscevano altra legge se non quella della mazza e dei denti. Non aveva mai visto dei cani combattere come combattevano quelle creature simili a lupi: e la prima esperienza gli serv? da lezione indimenticabile; ch? se non fosse stata lezione per lui, non avrebbe certo vissuto per avvantaggiarsene. Curly ne fu la vittima. Erano accampati vicino al magazzino di legnami, ed essa, con quella sua maniera amichevole, cerc? di entrare in relazione con un rude cane dalla taglia di un grosso lupo, che per? non era neppure la met? di essa. Non vi fu alcun preavviso, ma solo un salto in avanti, come un lampo, un colpo metallico di denti, un altro salto altrettanto rapido indietro, e il muso di Curly apparve squarciato, dall'occhio alla mascella. Era quella la maniera di combattere del lupo, che colpiva e saltava indietro; ma la cosa non fin? l?. Trenta o quaranta di quei cagnacci corsero sul luogo e circondarono i combattenti, in cerchio intento e silenzioso. Buck non comprendeva quella attenzione silenziosa; n? l'avidit? con cui si leccavano le zampe. Curly si lanci? sul suo antagonista, il quale colp? di nuovo e di nuovo salt? indietro. Esso arrest? un altro assalto di Curly col petto, in una maniera speciale che le fece perdere l'equilibrio stendendola ruzzoloni a terra. Non si rialz? pi?: gli altri cani, che parevano attendere quell'avvenimento, si lanciarono su di essa mugolando e latrando, ed essa fu sepolta, urlante di terrore, sotto la massa dei corpi irsuti. La cosa era accaduta cos? improvvisamente e inaspettatamente, che Buck rimase stordito. Vide Spitz tirar fuori la sua lingua scarlatta come se ridesse, e Fran?ois, lanciarsi nella confusione dei cani, agitando una scure. Tre uomini con mazze l'aiutarono a disperdere i cani. Non ci misero molto. Due minuti dopo che Curly era caduta, l'ultimo dei suoi assalitori era cacciato via a mazzate. Ma essa giaceva inerte nel sangue, quasi sbranata, a pezzi: e il bruno meticcio stava chinato su lei bestemmiando spaventevolmente. La scena ritorn? spesso a turbare i sonni di Buck. Quella era dunque la maniera; e gli appariva ingiusta. Una volta a terra, era la fine. Ebbene, sarebbe stato attento a non andare mai a terra. Spitz tir? fuori la lingua e rise di nuovo: e da quel momento Buck l'odi? di un odio amaro e mortale. Prima ancora che si fosse riavuto dal colpo risentito per la morte tragica di Curly, ricevette un altro colpo. Fran?ois gli leg? addosso una combinazione di cinghie e di fibbie. Erano dei finimenti, come quelli che aveva visto mettere dagli staffieri addosso ai cavalli, quand'era a casa. E come i cavalli che aveva visto lavorare, cos? era messo egli stesso a lavorare, per trascinare Fran?ois s'una slitta alla foresta, nella valle, e ritornare con un carico di legna da ardere. Bench? la sua dignit? fosse dolorosamente ferita dal fatto di essere cos? ridotto ad un animale da tiro, egli era troppo saggio per ribellarsi. Si curv? risoluto e fece del suo meglio, bench? tutto ci? fosse nuovo e strano. Fran?ois era rigido, reclamava ubbidienza immediata, e per virt? della frusta otteneva immediata ubbidienza; mentre Dave, che era un tiratore esperto, morsicava i fianchi di Buck quando sbagliava, Spitz era alla testa, pure egli esperto, e non potendo sempre afferrare Buck, ringhiava di tempo in tempo brevi ammonimenti, o abilmente gettava il suo peso sui tiranti per costringere Buck ad andare a modo. Buck impar? facilmente, e sotto la guida dei suoi due compagni e di Fran?ois, fece notevoli progressi. Quando ritorn? all'accampamento, sapeva gi? che doveva fermarsi ad ogni <Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page |
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