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Munafa ebook

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Words: 35636 in 22 pages

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LA MARCHESA COLOMBI

LA CARTELLA N. 4.

CAPO D'ANNO. CHI LASCIA LA VIA VECCHIA PER LA NOVA.... I MORTI PARLANO. RICCARDO CUOR DI LEONE. -- STORIA D'UNA VIOLA. UNA PICCOLA VENDETTA.

CAPO D'ANNO.

Dal trentuno dicembre al primo gennaio, non c'? che quel tempo inafferrabile, d'una brevit? infinitesimale, che corre tra l'ultimo minuto secondo della dodicesima ora, al primo minuto secondo della prima; -- il passaggio identico di ciascun giorno dell'anno al suo domani; un attimo, una pulsazione, nulla.

Eppure tutti consideriamo la fine dell'anno come un punto fermo, come la chiusura d'un periodo. Pare che tutte le cose intraprese debbano essere compiute a quell'epoca, e che pel primo dell'anno venturo s'abbia da ricominciare tutto daccapo.

I giornali perdono dei collaboratori e ne acquistano di nuovi; e proclamano che i nuovi sono gen? e quelli perduti non valevano nulla, senza tener conto dei pomposi elogi con cui li avevano annunciati l'anno precedente; ed aprono nuove rubriche e nuovi abbonamenti fanno nuovi programmi e nuove promesse.

Si ? arrivati a quella stazione di fermata: che si chiama il capo d'anno. Si riparte per un nuovo viaggio dove tutto ? ignoto; ci si avvia alle speranze; ciascuno dice sospirando come se da quell'ieri a quell'indomani il mondo fosse interamente mutato, e le probabilit? di bene o di male preparate nell'anno precedente non contassero pi?; come se le conseguenze del 1880 non avessero pi? nessun rapporto colle premesse del 1879; come se quell'atomo di tempo che sfugge ad ogni calcolo, dovesse spezzare tutti i vincoli tra le cause e gli effetti.

Eravamo una serie di cugini che ci trovavamo tutti insieme il gioved? e la domenica. -- Si faceva, naturalmente, un chiasso dell'altro mondo; e, per una decina di gioved?, ed una decina di domeniche prima delle feste, la zia Catterina che parlava a proverbi, quando si sentiva rompere il capo dai nostri gridi, ci gettava contro, come una minaccia, il suo proverbio di circostanza: --

Noi restavamo tutti colpiti, e ci guardavamo l'un l'altro cogli occhi sbarrati come per leggerci a vicenda nella mente l'idea di quella vita nuova misteriosa ed ignota. --

E noi pure avevamo da scrivere lettere e recitare complimenti con una serie d'auguri agli altri e di propositi nostri per l'anno che cominciava. Ed intanto, per incoraggiarci a quei propositi di lavoro, d'obbedienza, di virt?, c'erano i doni di capo d'anno che fioccavano da tutte le parti. -- Mamma, babbo, nonni materni e paterni, zii, prozii, da lontano, da vicino, tutti i parenti, noti ed ignoti, risalendo fino a certe parentele ipotetiche e lontane che non ci riesciva di capire, tutti mandavano la strenna.

Erano processioni di bambole d'ogni dimensione, d'ogni condizione sociale, dalla gran dama che arriva tra le nevi di gennaio in abito scollato, scortata da un ricco mobiglio e da un abbondante corredo, fino alla contadinetta di legno col vestitino corto di tela color di rosa incollato sulla persona, e senza il lusso d'una calzetta o d'una camicia.


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