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![]() : Ricordi d'un viaggio in Sicilia by De Amicis Edmondo - Sicily (Italy) Description and travel@FreeBooksWed 25 Oct, 2023 BIBLIOTECA POPOLARE CONTEMPORANEA Edmondo De Amicis Ricordi d'un viaggio in Sicilia PROPRIET? LETTERARIA Reale Tipografia dell'Edit. Cav. N. GIANNOTTA Premiato Stabilimento a vapore con macchine celeri tedesche CATANIA -- Via Sisto 58-60-62-62 bis -- -- CATANIA DA MESSINA A PALERMO Non avevo pi? visto la Sicilia da quarant'anni, niente di meno: dall'anno di grazia 1865, nel quale avevo fatto la mia prima guarnigione, come si dice in linguaggio militare, nella citt? di Messina, di dove ero partito col mio reggimento nell'aprile del 1866 per la guerra contro l'Austria. E fu appunto Messina la prima citt? che rividi venendo da Roma: con quale commozione, possono immaginare tutti coloro che hanno rivisto dopo circa un mezzo secolo una regione della patria, a cui erano legati dai pi? cari ricordi della prima giovinezza. Quali mutamenti in questi quarant'anni! Basta dire che nel 1865 non c'era ancora in tutta l'isola un chilometro di strada ferrata in servizio. Si stava costruendo quella da Messina a Catania, e ricordo bene le grida di maraviglia con cui le contadine messinesi, dai colli circostanti alla citt?, salutavano le prime macchine a vapore messe in esperimento sulla linea, lungo la riva del mare. Ora, venendo dal continente, si attraversa lo stretto senza discendere dai vagoni ferroviarii, che sono trasportati da una riva all'altra sopra un piroscafo. Le piccole citt? e i villaggi della costa calabrese si sono ingranditi per modo che formano quasi una sola enorme macchia biancastra da San Giovanni a Reggio. Messina s'? inalzata su per i graziosi colli conici che le sorgono da tergo, ed ha allungato le sue grandi ali bianche lungo il mare fino a perdita d'occhi. La mia antica piazza d'armi ? scomparsa sotto un nuovo quartiere elegante e ridente; le antiche vie, che gi? erano ariose e linde, si sono arricchite di botteghe splendide; le piazze si sono ornate di palme; la luce elettrica brilla da ogni parte; i tramway percorrono l'interno della citt? e si spingon fuori fino al Faro, distante dal centro parecchie miglia; e il movimento della popolazione, specialmente sulla grande strada della Marina, su cui si stende una lunga schiera di grandiosi edifizii uniformi, ? pari -- in apparenza -- a quello delle pi? popolose e floride citt? marittime del continente. Luminosa -- ? l'aggettivo che mi ? rimasto nella mente congiunto alla sua immagine. Come biancheggiava splendidamente fra l'azzurro vivo del mare e il vivo verde della lussureggiante vegetazione che copre l'anfiteatro dei suoi colli e dei suoi monti! A traverso l'aria limpidissima apparivano cos? vicine le citt? e le borgate della Calabria da far pensare che il grido d'un uomo vi dovesse giungere, e la tragica cima d'Aspromonte, -- Calvario di Garibaldi, -- soprastante a tutte le vette rocciose della catena, mostrava nitida la sua fiera nudit? colorata di viola, dolce e triste come il sorriso dell'Eroe ferito, che perdonava ai suoi feritori. Da una parte l'orizzonte del mar Jonio, dall'altra l'orizzonte del mar Tirreno, l'uno turchino carico, l'altro azzurro argentato; e su quello, al di l? di Scilla, ancora la costa calabrese seminata di villaggi, che si sfuma lontano in un color grigio e rosa chiarissimo, somigliante a una lunga nuvola immobile. Una veduta immensa, serena, tranquilla. E sul finir di novembre vi circonda un tepore di primavera, e vi carezza il viso un'aria carica di profumi confusi d'erbe, di rose, di aranci, della quale ogni soffio vi fa fremere e sorridere come il bacio d'una donna. Questi pensieri mi sorgevano in mente ogni volta che mi soffermavo a guardar lo Stretto nel punto in cui le due coste sono pi? vicine. Che c'? di pi? maraviglioso di questo fatto? Poco pi? di tre chilometri di mare, che si attraversano in trenta minuti, e quel poco d'acqua divide le due terre come un vasto deserto o come una formidabile barriera di montagne. Passano continuamente quel breve spazio, con la maggior facilit?, migliaia di persone e carichi enormi di merci; e quello stesso spazio mantiene quasi immutate per secoli diversit? profonde di idee e di costumanze, perpetua ignoranza e pregiudiz? reciprocamente funesti fra un popolo e l'altro, falsa e deforma mostruosamente le notizie dei fatti, arresta il cammino di grandi fame, ed ? causa che uno dei due popoli, che pure ha con l'altro tanti legami di sangue, d'indole, d'interessi, di storia, senta in s? un'indomabile tendenza a viver di vita propria, con leggi proprie, considerando -- e non in tutto a torto -- come inconciliabili con la sua natura ed esiziali ai suoi interessi la maggior parte delle istituzioni e delle norme che reggono la vita pubblica nella terra posta quasi a contatto della sua! Ed ? forse appunto questa uniformit? forzata di leggi e d'obblighi, su cui si fondarono per tanto tempo tutte le migliori speranze del suo risorgimento, ? forse questa appunto la cagione principale della persistenza delle sue miserie e dei suoi dolori! Ma queste sue miserie chi potrebbe mai sospettare viaggiando per quello splendido "paradiso terrestre,, delle sue coste? Non ero mai andato per terra da Messina a Palermo; feci questo viaggio in una giornata bellissima; ne fui abbagliato e incantato. Questo versante Tirrenico, che rappresenta la quarta parte dell'area totale dell'isola, e contiene oltre un terzo dell'intera popolazione, con una densit? molto superiore alla media del regno d'Italia, pure essendo meno maravigliosamente florido del versante Jonico, compreso fra Messina e Siracusa, ? per bellezza di paesaggio e per ricchezza di vegetazione una delle pi? ammirabili regioni d'Europa. ? una successione di golfi e di seni dalle curve graziosissime, dominati da alti promontorii dirupati, che si specchiano nel pi? maraviglioso azzurro marino che abbia mai sorriso al sole. Si percorre il primo tratto, lungo il mare, in vista delle diciassette isole dell'Arcipelago Eolio, che par che sorgano l'una dopo l'altra dalle acque, con le loro belle forme vulcaniche, ardite e leggere, tinte di colori soavi, d'un'apparenza quasi vaporosa. E le pianure verdi, solcate da innumerevoli corsi d'acqua, succedono alle pianure verdi, i boschi ai boschi, i vigneti ai vigneti, e vaghe citt? biancheggianti sulle alture, e monti scoscesi coronati di chiese aeree e di castelli spagnuoli e normanni e d'avanzi di colonie greche e romane. E fuggono accanto al treno i boschetti d'aranci, le siepi di fichi d'India, le spalliere di ?loi, i gruppi di palme, tutte le variet? di piante di tutte le terre italiche, accarezzate e mosse da un'aria imbalsamata che vi desta nel sangue e nell'anima un sentimento delizioso della vita. E quante grandi immagini del passato vi sorgono dinanzi da ogni parte! Su quel ridente azzurro del golfo di Spadafora fu distrutta da Agrippa la flotta di Sesto Pompeo; su quell'altre acque luminose, fra il Capo Orlando e la foce della Zapulla, fu sconfitta l'armata di Federico dalle armate riunite di Catalogna e d'Angi?; laggi? riport? Duilio la prima vittoria navale di Roma; su questa pianura l'esercito cartaginese di Amilcare fu sbaragliato dall'esercito greco di Gelone e di Terone. A grandi lampi vi passa dinanzi tutta la storia dell'isola fatale, intorno a cui gravit? per secoli la vita storica e sociale di tre continenti, e d'in fondo al passato immenso vedete sorgere l'albore d'una speranza: poich? se l'Italia peninsulare, come fu detto con felicissima immagine, ? un braccio teso dall'Europa nella direzione dell'Africa, la Sicilia ? pur sempre la mano di quel braccio; ed ? ancora una grande verit? quella affermata dal Fischer, ch'essa possiede una stoffa di colonizzatori di primordine "atta a metter radici sopra ogni terra, a prosperare sotto ogni cielo.,, Chi sa che nell'avvenire dell'Africa non sia il risorgimento dell'"organo prensorio,, d'Italia? Ed ecco Monte Pellegrino, ecco la Conca d'oro, ecco Palermo! 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