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Ed era poi tutta colpa o merito suo il silenzio cos? gelosamente mantenuto, o non vi erano piuttosto delle terribili cose sfuggenti ad ogni espressione, da non potersi tradurre in parole senza che il sangue s'agghiacciasse nelle vene e la ragione si smarrisse? Ricordando tutte le lacrime che il duca aveva fatto versare alla figlia, un'istintiva avversione aveva sulle prime allontanata Massimiliana da quell'uomo, che nulla prendeva sul serio, la cui vita era trascorsa in un'ansiosa febbre di piaceri sempre rinnovati e mai sufficienti ad estinguerla. A poco a poco, per?, e dinnanzi a quella specie di conversione che si operava in lui, la diffidenza della fanciulla si era sopita; e come avrebbe ella sospettato di lui, se mai una parola od uno sguardo aveva tradito il disegno che egli aveva concepito? Vedere la signorina di Charmory e fissar su di lei il proprio desiderio imperioso, era stato tutt'uno. Ma egli aveva ben presto compreso come gli ordinari mezzi d'attacco, la seduzione sentimentale o la bassa corruzione, si sarebbero spuntati contro la diffidenza che aveva letta in Massimiliana, e pi? contro la seriet? triste di quella fanciulla tanto diversa dalle altre. Cos?, egli si era guardato bene dal commetter l'errore di dirle una sola parola di dubbio senso; l'aveva trattata come una sorella, come una figlia... Era riuscito ad evitare la diffidenza della viscontessa col suo cangiamento di vita, aveva alimentata l'inclinazione del visconte pel giuoco... ed improvvisamente, violentemente, buttata via la sua maschera, senza neppur tentare di coonestare con l'impeto della passione l'iniquo attentato, egli aveva tratto profitto della forza dei suoi muscoli irrigiditi, della potenza magnetica degli sguardi penetranti... Il rauco grido di ribrezzo, di terrore, di raccapriccio che era uscito dalle labbra contratte di Massimiliana, lo aveva fatto avvertito che nulla pi? egli aveva da sperare; allora, aveva avuto l'accortezza di allontanarsi, di dileguarsi, immediatamente e per sempre... Egli era scomparso, ma la sua imagine turpemente decomposta non si era cancellata pi? dagli occhi di Massimiliana. Pi? che il sentimento della contaminazione subita, era un vaneggiamento dinnanzi all'infamia commessa da quell'uomo che occupava il suo spirito. Ci? a cui ella si ribellava, era il fatto che una simile doppiezza, che tanta perversione, che una iniquit? simile fossero possibili. La sua fede, la sua stessa ragione si erano scosse, nella lunga crise che aveva seguita la repentina rivelazione dell'orrore. La sua primitiva tristezza si era complicata d'una profonda misantropia; il suo stesso sistema nervoso si era scosso, esponendola a turbamenti gravi e frequenti. Bisogna che lo sconforto sia infinitamente grande, che la disperazione non abbia confini, perch? l'anima vi si possa finalmente acquetare e trovarvi una specie di compiacenza al rovescio. Per la signorina di Charmory, l'estremo limite del dolore, della solitudine, dell'impotenza, di tutte le miserie dello spirito era stato raggiunto. Con un carattere pi? energico, pi? risoluto del suo, una ribellione sarebbe stata la conseguenza della violenza patita; debole, sfibrata dai primi dolori, le impotenti velleit? di rivolta si erano domate in Massimiliana; tutto era finito per comporsi in un accasciamento stanco ed apatico. Ella aveva pensato di fuggire almeno da quella casa, di andarsene non importa dove, di scomparire dai vivi, di mendicare la vita poich? non aveva altre risorse... ed era rimasta. Come non aveva trovato nel suo miserabile corpo la forza di respingere quell'uomo, cos? non aveva trovato nell'anima vinta dalla sventura la forza di mettere in atto il suo proponimento. Dapprima, ella aveva coinvolta la viscontessa nell'odio per il padre, quasi anch'ella fosse responsabile dell'infamia commessa da lui; poi anche il suo principio di odio era caduto. Non una parola s'era scambiata fra le due donne, ma la viscontessa aveva tutto saputo, ed era di dolore che ella moriva. Ogni volta che i suoi sguardi si arrestavano su di Massimiliana, una dolente piet?, una specie di rimorso per aver potuto contribuire a quella sciagura, vi si leggeva; la povera donna accusava s? stessa, trovava che era stata sua colpa il non aver vigilato; che, data l'indole del padre, ella avrebbe dovuto prevedere quel che era accaduto--ma nutrire un simile sospetto non sarebbe stato un altro delitto?.. Per?, con tutti gli sforzi dei quali, nella sua lenta agonia, era capace, aveva tentato di confortare lo strazio della fanciulla. Ora, l'inganno non era pi? permesso. Si era rotto il giorno che i loro sguardi eransi incontrati, come i loro pensieri, sotto la rustica imagine del Salvatore; si dissipava, svaniva dinnanzi alla rivelazione della contessa. Egli l'amava, le tendeva la mano leale, e non sapeva che la mano di lei era indegna di posarsi sulla sua! Una voce interiore la rimordeva, l'accusava di perfidia, poich? ella non aveva fatto nulla per evitare l'inganno, e delle vampe di vergogna le salivano al viso... Bisognava che tutto finisse, o sarebbe stata senza scusa; bisognava che essi ridiventassero estranei l'una all'altro, come prima e senza ritorno. Ma nel punto che quella necessit? le s'imponeva, inevitabile, ella sentiva che qualche cosa le si spezzava nel petto. Ella non sapeva dove avrebbe trovata la forza di rassegnarsi a quella necessit?, perch? anch'ella lo amava, perch? la sua lotta era stata inutile, perch? ad ogni giorno, ad ogni ora, ella si era sentita avvincere a lui; e le prove ne erano l'illusione che si era fatta, tutte le transazioni per le quali era arrivata a quel punto... Aveva creduto distogliere la propria attenzione da quel sentimento, aveva quasi perduta la coscienza del suo stato, e ad un tratto la pi? formidabile delle alternative le si presentava: o ingannare ancora quell'uomo che aveva riposto in lei la sua fede e diventare in certo modo complice di s? stessa, o spezzare col cuore di quell'uomo anche il suo proprio... Vi era un'altra soluzione? Poteva ella andare da lui, e rivelargli tutto, ed aspettare la sentenza che egli avrebbe pronunziata?.. E sarebbe poi stata una soluzione diversa, o non si sarebbe risolta in una delle due che pi? l'atterrivano? Vincere Ermanno con le proprie lacrime, con la confessione del proprio amore, non sarebbe stato ancora ingannarlo? Ma l'orribile verit? non avrebbe piuttosto tutto distrutto?.. Ella teneva per s? il dilemma angoscioso, intanto che finiva di rivelar tutto all'amica e che, atterrita dalla propria risoluzione, sicura che un istante di esitazione avrebbe fatto sorgere il pentimento col corteo di nuove lusinghe, chiudeva la lettera senza osar di rileggerla... Prima ancora che la lunga e scomposta lettera di Massimiliana, nelle cui frasi spezzate e contorte si traduceva lo spasimo della scrittrice, avesse rivelato il secreto dell'amica alla contessa, costei aveva gi? compreso il genere d'ostacolo da cui quella era stata arrestata. Poich? la giovanetta amava Raeli--e l'attitudine di lei non ammetteva alcun dubbio su questo--poich? ella non poteva cedere alla persuasione dell'amore, poich? la viscontessa aveva tradito il sentimento di dolorosa piet? che la nipote le ispirava, non vi era, per uno spirito femminile acuto come il suo, da esitar molto sulla natura di quel secreto, specialmente in presenza di tutti gli altri piccoli dati che la signora di Verdara era venuta mano mano accertando... La lettera di Massimiliana confermava e spiegava ora tutto pi? chiaramente; per?, se il suo primo movimento di Rosalia era stato di compassione verso la giovanetta, ella cercava inutilmente di nascondersi che una specie di egoistica soddisfazione lo aveva seguito per quell'ostacolo sorto contro la felicit? della rivale. Aveva avuto un bel persuadersi di non poter nulla sperare per s?, aveva potuto ben consentire di fare un passo che si risolveva nella mortificazione del suo proprio amore... ma una compiacenza di cui ella sentiva la malvagit?, poich? tentava di negarla, sorgeva in lei dinnanzi alla rivelazione di Massimiliana. Prima che la sua coscienza le rimproverasse quel movimento, l'idea del dolore che Ermanno avrebbe provato lo aveva distrutto. Se il suo interesse le dimostrava che il riferire al giovane il contenuto di quella lettera era uno stretto dovere, se le ragioni dell'egoismo le consigliavano di servirsi di quell'arma che le era venuta in mano, la visione del male che quell'arma a doppio taglio avrebbe fatto l'arrestava ad un tratto. E mentre una sorda voce di gelosia le veniva dimostrando che ella non doveva nulla a Massimiliana, la naturale sua rettitudine le rappresentava come un'indegnit? il trarre profitto per s?, pei suoi fini inconfessabili, della confidenza che un momento di terribile angoscia aveva strappato alla disgraziata.... Presto o tardi, i due giovani non si sarebbero direttamente spiegati? ed anche senza di ci?, era possibile che Ermanno non fosse messo alla lunga in sospetto, in modo da evitare a lei l'odiosit? di un atto che poteva parere una denunzia?... In quel contrasto interiore, ella non aveva trovato di meglio che allontanare il momento in cui avrebbe dovuto render conto della missione compiuta; n?, da parte sua, Ermanno pareva volerlo affrettare. Lo sforzo che egli era riuscito a fare su di s? stesso, rivelando alla contessa l'amor suo per Massimiliana, aveva esaurita la sua iniziativa. In quella risoluzione, che solo il pericolo di non veder pi? la signorina di Charmory aveva determinata, egli si era acquetato, aspettando in una calma relativa l'esito che avrebbero avute le pratiche dell'amica. Non si sentiva oramai pi? libero di s?, si vedeva in bal?a di circostanze sulle quali non avrebbe potuto spiegare nessuna influenza, che avrebbero deciso della sua vita, irrevocabilmente. Tutti i suoi dubbii, le sue indecisioni, i suoi timori, i suoi scrupoli, le sue aspettazioni si confondevano insieme, come se una piena contro cui le sue braccia nulla potessero lo travolgesse verso una meta ignorata ma infallibile. La sensazione non aveva nulla di penoso; tormentatore era per lui tutto ci? che sollecitava un impulso decisivo; l'abbandono, l'attesa, non avevano nulla di repugnante al suo modo d'essere naturale. Massimiliana di Charmory aveva dovuto finalmente strapparsi al conforto del suo isolamento e ritrovarsi in presenza della contessa e di Ermanno. Se l'acuto della sua ambascia era passato, lo spirito e la stessa persona ne portavano ancora le traccie, nello stordimento a cui era in preda, nella sofferenza che la sua tinta emaciata tradiva. E neppur lei aveva nulla risolto, occupata come era di sapere se la contessa avesse parlato ad Ermanno. L'attitudine dell'amica e del giovane le avevano ben presto dimostrato che questi non era stato messo a parte di nulla. Non una parola di Rosalia di Verdara aveva accennato a quel che era successo tra loro, e quanto ad Ermanno, la stessa timida riserva, la stessa delicatezza discreta si leggeva nei suoi occhi e nelle sue parole. La situazione restava quindi impregiudicata; ma i contrarii impulsi che dilaniavano l'anima di lei nel considerarla, la vertigine che la prendeva non s? tosto arrestavasi ad una soluzione, le facevano accettare come un bene insperato quel periodo di sosta in cui, acquetata la sua coscienza con la confessione fatta all'amica, nessuno le chiedeva nulla. Sotto l'impero di diverse lusinghe, tutti e tre cospiravano reciprocamente a prolungare uno stato d'incertezza, quasi a cancellare il ricordo di ci? che sapevano. Una specie di nuova fiducia cominciava a rinascere in loro, intanto che riprendevano l'intimit? serena, la vita di prima, come se nulla fosse sopravvenuto a cambiare le loro relazioni. In quella incoscienza, per una parte voluta, per un'altra naturale--poich? una legge benefica fa perdere in durata alle scosse dello spirito ci? che esse guadagnano in intensit?--l'amore della signorina di Charmory per Ermanno si faceva pi? profondo ed esclusivo. Era come se un raggio di luce brillasse nel grigio del suo cielo, come se qualche cosa le si schiudesse nell'anima che la trasformava; quasi in un ritorno alla salute dopo i travagli del male, ella assaporava mille sensazioni nuove, una dolcezza di vivere--la prima, la sola... Dei brividi la scuotevano, quando ella si sorprendeva abbandonata a quella nuova persuasione; fuggiva allora la compagnia degli uomini e restava lungamente inabissata in un muto terrore. Quelle uniche ore di sogno volavano, e come rapidamente!... Il risveglio non era lontano. Massimiliana, stretta la mano ad Ermanno, lo aveva presentato al militare, conoscendo la nazionalit? del quale, il giovane aveva fatto notare la sua qualit? di mezzo tedesco. La conversazione si era subito intavolata in questa lingua, e negli acuti sguardi del vecchio uomo di guerra si leggeva il piacere d'aver trovato quasi un compatriotta, che lo trasportava con lo spirito verso la patria lontana. Per?, parlando della Germania col generale, Ermanno era tutto al novissimo incanto di sentire la signorina di Charmory prender parte al discorso nella lingua di sua madre. Era una grazia dolce che quegli aspri incontri di consonanti, quelle forti aspirazioni, prendevano sulle labbra di Massimiliana; era una specie di nuova, pi? grande intimit? che lo stringeva a lei. Ermanno si sentiva intensamente felice, come poche volte era stato, e la sua simpatia si riverberava sul generale che, con la sua stessa presenza, rendeva impossibile ci? che egli temeva--desiderandolo:--una spiegazione suprema... Un secreto timore s'impadron? quindi di lui, allorch?, al sopravvenire d'un cameriere il quale annunziava l'arrivo del dottore, egli lo vide allontanarsi. disse a Massimiliana quando furono soli, e vincendo il turbamento che lo guadagnava sempre che restava in presenza di lei, -- rispose la signorina di Charmory; Free books android app tbrJar TBR JAR Read Free books online gutenberg More posts by @FreeBooks![]() : 三國志 by Chen Shou Pei Songzhi Commentator - China History Three kingdoms 220-265@FreeBooksWed 07 Jun, 2023
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